DANIELE SERRA E GIACOMO MELONI

 

Si chiude positivamente, seppur in affanno, il secondo trimestre 2024 delle imprese artigiane della Sardegna. Il comparto delle piccole e medie imprese sarde cresce dello 0,02% con un saldo positivo di 7 attività, risultante dalle 577 aperture e 570 cessazioni, per un totale di 34.192 attività registrate, di cui 33.964 attive.
Nell’omologo periodo dell’anno scorso, le aziende registrate furono 34.245, quelle attive 34.017, con 585 aperture e 414 chiusure e un saldo positivo di 171.

L’analisi sulla demografia artigiana sarda è stata realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati
Infocamere-Movimprese tra il 1° aprile e il 30 giugno di quest’anno.
Il report sardo, per questo, dice che se l’apertura delle imprese ricalca il trend dell’anno scorso, quello delle chiusure registra una
sensibile impennata. La crescita nazionale registrata è stata del +0,38% con un saldo positivo di + 4.714 imprese.

Lo sguardo al dettaglio delle vecchie province, pone Cagliari al comando della classifica con 12.810 imprese artigiane registrate, con 12.704 attive; con 209 iscrizioni e 320 cessazioni, con un saldo di -111 imprese mentre nel 2023 si registrò un +33. Segue Sassari con 12.284 imprese artigiane registrate, 12.218 attive, date dalle 241 iscrizioni e 146 cessazioni per un saldo positivo di 95 che nel 2023 fu di +78. Poi Nuoro con 6.740 registrate, 6.695 attive, 93 aperte e 50 chiuse per un saldo di +43 che nel 2023 fu di +46. Chiude Oristano con 2.358 registrate, 2.347 attive, 34 aperture e 54 chiusure con un saldo di -20 che l’anno scorso fu di +14.

“Nonostante il trend sia rallentato ma ancora positivo, la nostra attenzione per il settore è alta perché veniamo da 3 anni di crescita sostanziosa che ha spinto il comparto sardo al secondo posto in Italia per incremento percentuale delle imprese – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – nonostante questi dati siano riferibili a una frazione dell’anno, sono indicativi di come il tessuto produttivo sia vivo e abbia voglia di crescere e dell’impegno quotidiano degli artigiani contro la burocrazia, la mancanza di personale qualificato, la concorrenza sleale e anche della necessità costante del sostegno regionale, elemento vitale per il comparto”.

Dell’importanza degli incentivi ne è la riprova la Legge 949, la Legge Artigiana, che nell’ultimo bando ha messo a disposizione risorse per 22milioni e 400mila euro; le domande arrivate dagli artigiani sono state 918 per un ammontare di 24milioni e mezzo di euro. Grazie al fondo perduto fino al 40% e all’abbattimento dei costi di interesse, la Legge Artigiana è sinonimo di crescita delle micro, piccole e medie imprese isolane. La norma, infatti, è stata studiata per finanziare la costruzione o la ristrutturazione di fabbricati esistenti e l’acquisto di macchinari nuovi e di seconda mano, veicoli commerciali, terreni destinati all’ampliamento e la costruzione dei fabbricati produttivi, macchinari, attrezzature e autoveicoli nuovi e imbarcazioni, software, brevetti e licenze che avrebbero sostenuto le attività per i nuovi cicli di produzione, progettazione e promozione dell’immagine.

Per questo la richiesta di Confartigianato Sardegna è quella di rendere strutturale la norma, di rifinanziarla con almeno 25milioni ad annualità, per consentire alle aziende una pianificazione strategica, e di renderla snella eliminando burocrazia e impedimenti, tenendo il fondo perduto al 40%.

“Anche se le dinamiche delle imprese sono positive, le nostre realtà sono costantemente in prima linea per contribuire allo sviluppo dell’Isola – fa eco Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – le aziende artigiane rimangono realtà fragili; per questo chiedono garanzie, certezze e zero burocrazia per la Legge Artigiana. C’è necessità di metterla in sicurezza e quindi bisogna che diventi strutturale e torni a essere agile e rapida come in passato. Lo strumento, in 4 anni, ha erogato oltre 80 milioni di euro di sostegni alle imprese sarde del settore”. “L’impresa che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni – conclude Serra – sarà quella di consentire sia alle imprese che aprono, sia a quelle che resistono, di poter stare sul mercato, creare reddito e di poter competere con il resto del mondo. Gli incentivi per le imprese e tutti gli altri processi di sostegno all’imprenditoria per i quali la nostra Associazione ha lavorato con la Regione, rappresentano punti fermi dai
quali ripartire e sui quali bisogna puntare sempre più”.