Oristano. Una serata all’insegna della sperimentazione musicale e della world music, insieme a Matteo Sedda, Giorgio Pinardi, Dos Duo Onirico Sonoro e Moshe Zehavi Quartet, per chiudere nel segno dei linguaggi della contemporaneità il festival Miniere Sonore. Appuntamento sabato 31 agosto a Oristano dove a partire dalle 21 si celebrerà l’ultimo atto della diciassettesima edizione della manifestazione organizzata dall’associazione Heuristic con la direzione artistica di Stefano Casta. Quattro concerti ad ingresso gratuito ospitati come sempre nel suggestivo scenario del chiostro dell’Hospitalis Sancti Antoni, con l’area ristoro gestita da Birra Nugoresa.
Il primo artista a salire sul palco oristanese per chiudere la tre giorni di Miniere Sonore sarà Matteo Sedda. Il trombettista sardo proporrà il suo progetto in solo “Euphoria” che nasce dalla ricerca timbrico-acustica coniugata all’uso dell’elettronica, con il susseguirsi degli scenari acustici che conducono l’ascoltatore in questo viaggio fatto di suggestioni ed inquietudini, guidati da un leitmotiv: il generarsi di melodie che intrecciandosi costituiscono un ulteriore figura che va ad impreziosire le tessiture sonore che di volta in volta si avvicendano.
“MeVsMyself” è invece un progetto in voce solo di Giorgio Pinardi dove l’artista, improvvisando e rielaborando musica da tutto il globo, crea ambienti sonori inediti, diventando esso stesso strumento ritmico, armonico e melodico. Pinardi richiama antiche culture, sperimentando oltre i limiti della voce umana ed evocando un mosaico di suoni e sensazioni diverse, alla ricerca di una musica universale, attraverso fonemi liberi, oltre limiti e confini.
La serata continuerà con “Floating” del Dos Duo Onirico Sonoro, un progetto originale della pianista, cantante, compositrice Annalisa De Feo insieme a Livia De Romanis (violoncello, voce e effetti). Dos si muove tra suoni acustici ed elettronici, dichiarando apertamente la sua propensione verso un linguaggio trasversale che investe universi artistici diversi. De Feo e De Romanis elaborano un proprio mondo espressivo, abbracciando un atteggiamento di ricerca attraverso un’intima e libera manifestazione dell’immaginazione sonora. Prende forma, dunque, un “quadro” musicale che, proprio come succede nella fase onirica, è fatto di intrecci linguistici e repentini cambi di scena.
La diciassettesima edizione di Miniere Sonore si chiuderà nel segno della world music con il Moshe Zehavi Quartet. Composto da Moshe Zehavi (chitarra e voce), Ronan Prual (basso verticale), Matthieu Liaigre (ney e flauto bansuri) e Nadav Fast (violino), con “Kavana”, torna alle sonorità strumentali acustiche e alla sua lingua madre del suo leader, l’ebraico. Ispirati dalle tradizioni mediorientali e indiane, i quattro virtuosi musicisti creano un ambiente caldo al servizio della poesia ispirata al sufismo e all’universalità. Le sue nuove canzoni ci parlano dell’essere umano, delle aspirazioni morali che ci legano in tutto il pianeta e di un appello alla tolleranza e alla gentilezza verso tutta l’umanità.