Sono state più di 22mila le presenze turistiche, italiane e straniere, che nel 2023 hanno scelto la montagna sarda come meta per le loro vacanze. Il 55% di queste, più di 12mila persone, è costituito da
sardi mentre il restante 45%, 10mila presenze, ha raggiunto uno dei 34 comuni montani isolani dal resto d’Italia e del Mondo. Numeri in crescita rispetto al 2022 quando le presenze registrate furono poco più di 20mila.
Sono questi alcuni dei dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, attraverso il Rapporto “Economia e imprese della montagna della Sardegna: perimetri e tendenze”, che ha
analizzato la struttura e la dinamica delle imprese artigiane nei comuni montani e nelle aree interne dell’isola, attraverso l’elaborazione dei dati ISTAT 2023.
Le presenze registrate in montagna rappresentano lo 0,2% di quelle censite nell’Isola, con un tasso di turisticità (rapporto tra numero di notti trascorse dai turisti ovvero le presenze, negli esercizi ricettivi come alberghieri o complementari, e i residenti) dell’1,1% mentre quello del resto della Sardegna è stato del 12,7%.
“Il turismo montano in Sardegna è un turismo di serie A e consente di ravvivare quell’economia legata alla montagna troppo spesso sottovalutata e relegata ad attività di rincalzo – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegna – se gestito in modo sostenibile, ha il potenziale per aumentare i redditi delle comunità locali e aiutare a preservare le loro risorse naturali e culturali.
Soprattutto ha dimostrato di essere un’ancora di salvezza per molte comunità in difficoltà”. “I numeri delle presenze e delle imprese di quei territori – prosegue Meloni – ci dicono come si siano tante
opportunità per ripensare questo tipo di turismo di montagna ma anche di gestirlo meglio e di sfruttare il suo contributo verso un ambiente più resiliente, inclusivo, e futuro sostenibile”. “Nel cuore delle nostre montagne – aggiunge – i piccoli borghi rappresentano un tesoro inestimabile di cultura, tradizione e bellezza naturale. Valorizzare il turismo in questi luoghi non significa solo promuovere una destinazione, ma anche preservare e celebrare un patrimonio unico che merita di essere scoperto e apprezzato”.
Allargando il perimetro anche alle zone collinari, secondo il rapporto di Confartigianato Sardegna, si scopre come siano ben 318 i comuni montani, e parzialmente montani, della Sardegna, i cui abitanti
superano le 835mila unità, che ospitano oltre 104mila imprese, di cui quasi 26mila artigiane, con oltre 61mila addetti. Più di 11mila aziende sono situate in territori parzialmente pianeggianti, 13mila in
collina e solo 1.200 in montagna. Il valore aggiunto delle produzioni supera gli 11miliardi, con un valore aggiunto per addetto di 34mila euro.
Attorno alle località montane o collinari di tutta l’Isola, infatti, vi è un elevato numero di piccole imprese artigiane, con altrettante figure professionali, che operano nei più svariati settori. Tantissime sono, infatti, quelle che, oltre all’alloggio e alla ristorazione, svolgono attività nei trasporti, nei servizi culturali e nello svago, nell’attività di manutenzione dei mezzi e degli immobili, nella vendita di abbigliamento e attrezzature, nella realizzazione e commercializzazione dell’artigianato tradizionale locale e dei prodotti dell’enogastronomia tradizionale senza contare il numeroso indotto di supporto e, non per ultimo, l’importante gettito economico che affluisce nelle sempre più asfittiche casse delle Amministrazioni
Comunali.
Per Confartigianato Sardegna, anche l’arrivo dei turisti può aiutare i piccoli centri a fermare la lenta emorragia che sta portando le famiglie a trasferirsi verso centri più attrattivi. Il legame con la terra d’origine merita di essere preservato; il territorio ha tradizioni, cultura, storia e tipicità produttive che devono essere tutelate e valorizzate. Questo può avvenire le imprese artigiane con tutto il loro enorme potenziale di produzione e servizi.
“Sicuramente dobbiamo conoscere ancora meglio il flusso dei visitatori che si reca li per quel tipo di vacanze – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – abbiamo necessità
di dati ancora più approfonditi per controllare meglio l’impatto dei visitatori, sostenere un’adeguata pianificazione, migliorare la conoscenza dei modelli di turisti, costruire prodotti sostenibili in linea con le esigenze dei consumatori e creare politiche adeguate che promuovano lo sviluppo sostenibile e assicurino che le attività turistiche vadano a beneficio delle comunità locali. Un’efficace pianificazione e gestione del turismo di montagna richiede una migliore comprensione delle sue dimensioni e dei suoi impatti economici, sociali e ambientali.”