Alghero. In seguito all’aggressione avvenuta durante la notte di Ferragosto al locale “Touch On The Beach” di Alghero, che ha portato alla chiusura del locale per 15 giorni, fino al 5 settembre, su disposizione del Questore di Sassari, il gestore del locale ha deciso di intervenire pubblicamente per chiarire la propria posizione e fornire la sua versione dei fatti, che riportiamo integralmente: 

«Dopo diversi giorni di pagine intere sui giornali e una incessante campagna social, con tutti i suoi risvolti di odio, razzismo e, persino, minacce di morte, il Touch on the Beach, famosa discoteca del litorale di Alghero, è stato chiuso dal Questore per 15 giorni. “Una sconfitta” scrive Federico Salis, gestore del locale. “Non tanto la chiusura, per quanto ingiusta, piuttosto che la discoteca, un luogo di divertimento e socializzazione, possa diventare teatro di certi episodi”. Nella notte fra il 13 e il 14 agosto, una discussione fra alcuni clienti è degenerata in rissa, con gli addetti alla sicurezza che cercavano di immobilizzare quelli più “accesi”, senza sapere chi fosse coinvolto, e altri clienti, coinvolti nel parapiglia, che si picchiano fra loro. Una situazione di non facile gestione che, probabilmente, andava sedata prima di iniziare. Ma è una questione di secondi. “Il nostro personale ha direttive precise: in questi casi deve intervenire per bloccare i più violenti e cercare di sedare gli animi. Solo in un secondo momento si procede con la verifica dei fatti. Prima è necessario evitare che si arrivi alla violenza fisica”. Forse un intervento tardivo oppure una degenerazione improvvisa, difficile dirlo da pochi secondi di video girati da altri clienti. 

“Mi sento di condividere la disperazione del padre del ragazzo e di tutta la famiglia, prima che imprenditore sono un padre anche io” esclama Cosimo salis, padre di Federico e imprenditore a sua volta. Non un “semplice” imprenditore, ma una delle istituzioni della vita notturna del territorio che, da Sassari ad Alghero, ha fatto ballare generazioni di persone per più di 30 anni “Il nostro scopo è far ballare, far divertire le persone, farle incontrare. Episodi come questo non devono succedere. Inaccettabile subire violenza mentre si passano delle ore spensierate con amiche e amici, soprattutto se l’unica colpa è quella di trovarsi in mezzo a persone che non si sanno divertire e che colgono qualsiasi occasione per attaccare briga”. Alla base di queste vicende ci sono, a volte, offese di tipo sessista, razzista o omotransfobico, ma nella maggior parte dei casi sono esibizioni di forza di carattere machista, sia singolarmente che in gruppo. 

“Noi ci impegniamo al massimo per dare un buon servizio, una programmazione artistica sempre al passo con i tempi e, soprattutto, una gestione della sicurezza che ci permetta di svolgere bene il nostro lavoro” conclude Federico “Per questo gli addetti alla sicurezza sono tutti provvisti di patentino e regolarmente assunti. I “buttafuori improvvisati” non aiutano, anzi spesso creano più problemi degli stessi clienti, per questo non ne vogliamo nel nostro staff”. 

Ora l’attenzione, oltre che verso la vittima di quella violenza assurda e la sua famiglia, è diretta a quel decreto di chiusura amministrativa di 15 giorni che, in pieno Agosto, significa minare alle basi una realtà commerciale che conta 47 buste paga e che ha offerto una programmazione quotidiana, per gran parte dell’estate, a residenti e turisti, partecipando a pieno titolo all’estate algherese.»