In discesa il numero degli agenti Fnaarc-Confcommercio, mentre sale l’età (52 anni in media) degli agenti e rappresentanti di commercio iscritti ad Enasarco (l’Ente previdenziale di categoria) ed «è un problema anche per le imprese che si avvalgono del loro operato»: a segnalarlo la Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio aderente a Confcommercio. «La retribuzione provvigionale – recita una nota – motiva costantemente i professionisti, spingendoli a superare sempre nuovi obiettivi di vendita ed essi rappresentano, nell’era delle vendite online, un presidio importante del mercato anche come preziosa barriera alla concorrenza delle aziende estere».
Tuttavia, si legge, «negli ultimi anni il numero di agenti e rappresentanti di commercio è diminuito di 4.000 unità all’anno: ora sono 209.000 (circa 18.000 sono prossimi alla pensione) a fronte di 57.000 aziende preponenti che si avvalgono di loro. (…) Per il 74% gli agenti sono plurimandatari, per il 26% monomandatari, le donne sono il 15% (…) il ricambio generazionale, se non aiutato dalle aziende, è complesso: fisco troppo oneroso che non invoglia a intraprendere l’attività di agente, costi di gestione dell’attività gravosi e condizioni contrattuali spesso non conformi agli Accordi economici collettivi (Aec), stipulati a garanzia di entrambe le parti».
«Noi agenti siamo il motore delle Pmi (Piccole e medie imprese) e facciamo la differenza nelle reti commerciali delle grandi aziende, intermediando il 70% del Pil del nostro Paese – spiega Alberto Petranzan, presidente nazionale della Fnaarc – Molte Pmi, che rappresentano la spina dorsale della nostra economia, si sono sviluppate e continuano a vendere i propri prodotti e servizi grazie alla figura professionale dell’agente di commercio che, gestendo in prevalenza più mandati nello stesso tempo, riesce a sostenere i costi della propria attività garantendo una presenza commerciale sul mercato anche a chi non potrebbe permettersela».
«La Regione Sardegna unitamente al Governo centrale, dovrebbero intervenire, d’accordo con le parti, per la ricerca di misure per il ricambio e per favorire l’inizio dell’attività di Agente di commercio – dichiara Paolo Murenu, presidente di Agenti Fnaarc Area Sassari, Confcommercio Nord Sardegna –. Il continuo calo di agenti, unito all’aumento dell’età media e alle difficoltà economiche, rendono meno appetibile la professione e sono un chiaro indicatore dello stato di salute della categoria. La situazione può solo aggravarsi anche in funzione dell’allargamento delle zone di competenza per far fronte alla carenza di agenti, con il rischio di cannibalizzare colleghi già operanti sui territori meno fortunati.
In Sardegna il tessuto economico è costituito da Pmi e gli agenti di commercio sono “i sensori” del mercato sul territorio di competenza per le case mandanti. Essi non solo promuovono la conclusione di contratti di vendita, ma forniscono preziose e determinanti informazioni sui mercati. Una casa mandante senza agenti è come una nave senza nocchieri. Conoscere in tempo reale: azioni della concorrenza, promozioni, distribuzione dei prodotti, previsioni di fatturato, etc. permette alle case mandanti di prevedere e operare scelte strategiche per il raggiungimento dei propri obiettivi, grazie appunto ai suoi sensori, gli agenti di commercio, vero e proprio patrimonio aziendale che va sostenuto, formato e per cui si deve prevedere un fisiologico ricambio generazionale».
«Il nuovo approccio alla transizione digitale – ancora Murenu – nella quale l’agente di commercio giocherà sempre un ruolo determinante, insieme a figure nuove emergenti e che di fatto promuovono similmente, nel mondo online, secondo gli ultimi orientamenti giuridici che riprendono la linea affermata da agenti Fnaarc. Gli Influencer possono essere ricompresi tra gli agenti, a tutti gli effetti, anche se si dovrebbero normare e regolarizzare le loro posizioni, al momento fuori da qualsiasi Aec o Istituto che ne possa tutelare l’attività».