La Sardegna affronta una grave carenza di personale specializzato nel settore dell’autoriparazione, mettendo a rischio la sopravvivenza di oltre 2.300 imprese artigiane. Lo afferma una nota di Confartigianato Sardegna, la quale aggiunge che, “un nuovo accordo nazionale mira a risolvere questa crisi attraverso la formazione e la certificazione delle competenze dei giovani, favorendo l’adattamento alle nuove tecnologie e alla mobilità sostenibile”.

Di seguito l’analisi:

L’artigianato, con oltre 2.300 imprese e circa 9mila addetti, è il perno del comparto dell’autoriparazione in Sardegna, settore fortemente interessato dalla mobilità sostenibile, tema che tocca molto da vicino le piccole aziende isolane. Infatti, una delle sfide principali per queste realtà è l’adattamento alle nuove competenze richieste dal cambiamento del mercato automobilistico, soprattutto nell’ambito dell’auto elettrica e delle tecnologie digitali.

Secondo “Citemos 2024”, il rapporto nazionale di Confartigianato sulla mobilità sostenibile, la richiesta di addetti qualificati ha raggiunto livelli critici: su un totale di 36.330 meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili necessari, il 70,8%, pari a 27.730 lavoratori, è risultato difficile da reperire.

In Sardegna si registra una percentuale superiore alla media nazionale: da noi l’81,6% di meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili sono difficili da reperire; le competenze digitali di base e l’applicazione delle tecnologie 4.0 hanno registrato rispettivamente l’81,6% e l’83,1% di difficoltà.

Per cercare di superare il gap della formazione, pochi giorni fa, è stato siglato un accordo nazionale tra Confartigianato e Unioncamere per promuovere il coinvolgimento delle imprese associate nelle attività di ricerca e nei progetti di alternanza scuolalavoro promossi da Unioncamere e dalle Camere di Commercio. L’intesa prevede l’analisi dei fabbisogni professionali, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; la formazione; l’orientamento; la certificazione delle competenze acquisite dagli studenti delle scuole secondarie superiori nei percorsi di alternanza scuolalavoro. Al centro della collaborazione anche la programmazione e progettazione di iniziative per l’orientamento formativo e professionale dei giovani, con particolare attenzione alle esigenze del sistema produttivo legate alla filiera formativa tecnico-professionale, ai percorsi ITS Academy e alle discipline STEM e l’elaborazione di strumenti utili per la certificazione delle competenze gestita attraverso il sistema camerale.

La transizione verso una mobilità più sostenibile – sottolinea il Presidente Regionale di Confartigianato Sardegna, Giacomo Meloni richiede un impegno congiunto da parte delle Istituzioni, delle imprese e della società civile. Attraverso investimenti mirati, sviluppo delle competenze e promozione delle tecnologie innovative, possiamo affrontare le sfide del presente e costruire un futuro più verde e resiliente per tutti”. “Il settore si è evoluto e innovato anche con l’ingresso di nuovi giovani autoriparatori giovani – continua Melonie spicca anche per l’accentuata vocazione alla sostenibilità ambientale. Infatti, la quota di entrate preventivate di autoriparatori con ampia predisposizione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale è elevato. L’ecosistema di imprese e addetti della filiera auto è ampiamente coinvolto dal cambio di paradigma che sta interessando la mobilità. Tale cambiamento sarà il risultato soprattutto di una diversa composizione del parco auto circolante, con una maggior presenza di elettrico”.

Confartigianato – sottolinea il Segretario Regionale di Confartigianato, Daniele Serraè da sempre impegnata sul tema delle competenze per promuovere l’occupabilità dei giovani e la creazione di nuove imprese. Un impegno che si concretizza anche nell’Accordo sottoscritto con Unioncamere, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di professionalità adeguate ai fabbisogni delle imprese, l’innalzamento della qualità della formazione e istruzione tecnica e professionale, supportando percorsi di alternanza scuolalavoro, iniziative di orientamento scolastico-professionale e di diffusione delle esperienze maggiormente significative per l’inserimento lavorativo dei giovani nelle imprese artigiane”.

Dalla fotografia sull’autoriparazione scattata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha esaminato i dati 2019-2023 delle Camere di Commercio su “Numeri chiave sulla filiera auto” nell’Isola, emerge come il settore stia risentendo di una lunga frenata, che è iniziata con la pandemia, che coinvolge il settore, e che interessa 2.747 imprese, di cui 2.276 artigiane (82,9% sul totale delle attività), che si occupano della riparazione delle carrozzerie e delle parti meccaniche dei veicoli. Il comparto offre lavoro a 9.217 di cui ben 8.916 che trovano impiego nelle micro, piccole e medie imprese.

A livello provinciale, la maggior parte delle imprese di autoriparazione opera nell’area Sassari-Gallura con 845, segue l’ex provincia di Cagliari con 686, seguita dal Sud Sardegna con 522, da Nuoro con 442 e Oristano con 252.

Riguardo il parco auto circolante sardo, secondo dati più recenti, del milione e 89mila autoveicoli che sfrecciano sulle strade sarde, ben 369mila sono classificate fino a Euro3 (il 33%), mentre quelle in classe Euro 5 e 6 sono 400mila. Ben 750mila autoveicoli hanno più di 10 anni, di cui 428mila hanno più di 16 anni. Importante, seppur lenta, la crescita delle auto ibride ed elettriche: sul totale delle autovetture immatricolate nell’Isola, quelle a propulsione esclusivamente elettrica sono passate da 730 a 1.653 in 2 anni, mentre quelle a formula mista ibrida/elettrica sono passate da 6.945 a 14.590, per un totale di 16.243 (erano 7.675).

Per Confartigianato Sardegna, “un eventuale passaggio all’elettrico come unica forma di propulsione dovrà essere programmato con intelligenza concertandolo con le parti datoriali, tenendo ben presente il tessuto economico, morfologico e del parco circolante di ciascun Paese senza penalizzare i soggetti più deboli e senza imporre date, che rischiano di trasformare un serio progetto ecologico in un gigantesco problema”.

L’analisi nazionale.

La filiera auto in Italia a metà 2023 conta oltre 175mila imprese con 557 mila addetti. Circa 7 addetti su 10 (69,4%) occupati nella filiera, equivalenti a 387mila addetti, lavorano in micro-piccole imprese con meno di 50 addetti (MPI). La quasi totalità degli addetti (70,7%) opera nell’area dei servizi e del commercio, in particolare nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, mentre la restante quota del 29,3% svolge attività legate alla produzione. Il 42,2% delle imprese della filiera auto sono imprese artigiane (73.714 unità), di queste la gran parte (93,0%) operano nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, settore in cui l’artigianato rappresenta il 75,9% del totale.

L’artigianato ha un ruolo predominante nella filiera auto. Nelle 58mila imprese artigiane di autoriparazione lavorano 156mila addetti, il 35,5% in più dei 115 mila addetti delle grandi imprese che producono autovetture in Italia.

Il cambiamento in corso nel mercato dell’automobile richiede nuove competenze nelle imprese di autoriparazione, ma queste risultano molto difficili da reperire. Nel 2023 sono richiesti 36.330 meccanici artigianali, riparatori e manutentori di automobili, di cui 25.730, pari al 70,8%, sono difficili da reperire, quota di oltre 25 punti superiore 45,1% della media di tutte le professioni.

Per le assunzioni dove viene richiesta una elevata attitudine al risparmio energetico la difficoltà di reperimento sale al 72,0%, mentre è più critica la carenza delle competenze più legate allo sviluppo del digitale e della meccatronica: per le entrate dove sono richieste con elevata importanza (medio- alta e alta) competenze digitali di base, la difficoltà di reperimento sale all’81,6% e per quelle in cui sono richieste elevate capacità di applicare tecnologie 4.0 arriva all’83,1%.

Il parco auto circolante.

Nel primo trimestre 2024 in Italia si sono registrate 13.325 immatricolazioni di auto elettriche (- 18,5% y/y), a fronte delle 79.823 in Francia (+23,1% y/y) e 81.337 in Germania (-14,1% y/y). Inoltre, nel trimestre in esame, si hanno nuove registrazioni di 14.415 auto ibride plug-in (-24,0% y/y) e 172.090 auto ibride (+12,6% y/y).

Sul parco circolante di 39,7 milioni di autovetture a metà 2023, 188mila sono auto elettriche (pari allo 0,5% del totale) a cui si sommano 212mila ibride plug (0,5%) e 1 milione 854mila ibride (4,7%).

Nel confronto europeo su dati Eurostat, disponibile per il 2022, la quota di auto elettriche del parco circolante in Italia è dello 0,4% a fronte dell’1,2% della media Ue e del 2,5% dei paesi del Nord Europa dove è più elevata la penetrazione di auto elettriche: si tratta di Danimarca e Svezia (4,0% di auto circolanti sono elettriche), Paesi Bassi (3,7%), Lussemburgo (3,1%), Austria e Germania (2,1%).

A fronte di queste differenze, vi è un ampio potenziale di sviluppo dell’auto elettrica nel nostro Paese: in una analisi controfattuale in cui la quota italiana si allineasse alla media europea avremmo 492mila auto elettriche circolanti (+333mila rispetto il parco attuale) mentre un allineamento al benchmark dei sei paesi del Nord Europa, il parco elettrico supererebbe il milione di unità (1 milione e 6mila, con 848 mila unità in più rispetto il parco attuale).