Nuraghe Casteddu

 

Dopo le giornate cagliaritane dell’l’8 e 9 giugno, la quinta edizione del Sardina Archeo Festival, il festival divulgativo di archeologia dedicato al Mediterraneo, ideato e organizzato dall’Associazione culturale Itzokor, sabato 15 a partire dalle 18:30 farà tappa a Stintino.

Il tema di quest’anno “Il Mediterraneo immaginato” ha invitato studiose e studiosi a riflettere sul concetto stesso di “Mediterraneo” e sul ruolo e i significati che ad esso hanno attribuito nei secoli tutte le persone che lo hanno attraversato, vissuto e ne hanno scritto, rivelando quanto possa essere labile il confine tra ciò che è mito e ciò che è reale e come le narrazioni e le storie che giungono dal passato segnano il nostro presente.

La tappa del Festival che si svolgerà al Museo della Tonnara e che sarà dedicata a Marco Rendeli, insigne storico e archeologo dell’Università di Sassari prematuramente scomparso nel 2022, vedrà gli interventi di Elisabetta Garau, archeologa e docente dell’Università degli studi di Sassari e di Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice.

Elisabetta Garau tratteggerà il ruolo del complesso archeologico di Sant’Imbenia, sito nella baia di Porto Conte (Alghero) e della sua piazza del mercato, durante la prima età del Ferro, quando profondi cambiamenti socioeconomici e nei modi della produzione misero in relazione economica e culturale la comunità locale con altre comunità mediterranee. Ilaria Guidantoni affronterà il pluralismo linguistico del Mediterraneo, fra corrispondenze e diversità, tali da fare del Mediterraneo una nicchia ecolinguistica all’interno della quale forte è la presenza di una stratificazione dove il presente non annulla il passato. Introdurranno e modereranno Matteo Tatti e Alice Nozza dell’Associazione culturale Itzokor ed Esmeralda Ughi, direttrice del MuT.

Gli appuntamenti del fine settimana proseguiranno domenica 16 giugno, a partire dalle ore 18, con le “GEA – Giornate Europee del Patrimonio 2024” che saranno dedicate al patrimonio archeologico del territorio di Stintino. Sarà infatti presentato il progetto di ricerca e valorizzazione del nuraghe Casteddu. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra il Comune di Stintino, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro, l’Università degli Studi di Sassari e il Museo della Tonnara di Stintino, metterà in evidenza l’importanza del poco noto complesso archeologico del nuraghe Casteddu, ubicato in territorio di Stintino, nelle vicinanze della frazione di Pozzo San Nicola, in località Monte Casteddu. L’area archeologica, di cui non è ancora del tutto chiara l’ampiezza, è inquadrabile in un arco cronologico compreso tra il Bronzo Medio e l’inizio dell’Alto medioevo, con tracce di sporadiche frequentazioni anche in età successiva. È presente, inoltre, anche una probabile area insediativa con necropoli di età romana. Data l’importanza dell’insediamento, l’intera area archeologica è stata oggetto di recente di una convenzione stipulata tra l’amministrazione comunale di Stintino e il Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione dell’Università degli studi di Sassari (DISSUF), per poter procedere alle indagini archeologiche e che saranno coordinate dalla professoressa Elisabetta Garau. All’incontro dal titolo “Il nuraghe Casteddu di Stintino: prospettive di ricerca e valorizzazione” parteciperanno Rita Vallebella, sindaca di Stintino, Gabriella Gasperetti, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro, Elisabetta Garau, archeologa e docente, del DISSUF-UniSS, Marta Diana, archeologa e operatrice museale, del Museo della Tonnara di Stintino. Modererà Esmeralda Ughi, direttrice del MuT.

Gli eventi che si svolgono al Museo della Tonnara sono il frutto della collaborazione tra il MuT, il Comune di Stintino, Pelagus società cooperativa sociale, Absentia APS, il Centro Studi sulla Civiltà del Mare e per la valorizzazione del Golfo e del Parco dell’Asinara, in partnership con l’Università degli Studi di Sassari, e con i contributi del Banco di Sardegna e della Fondazione di Sardegna.