Lo scorso 4 giugno, il personale della Stazione Forestale di Villagrande Strisaili e del Servizio Ispettorato Ripartimentale del C.F.V.A. di Lanusei, durante un servizio antibracconaggio, ha proceduto al sequestro di una gabbia predisposta per la cattura dei cinghiali.
La gabbia, rinvenuta in località Genna Antine, nascosta fra la vegetazione in un punto di notevole passaggio della selvaggina, era perfettamente funzionante e attivata per la cattura illegale.
Il meccanismo di cattura prevede l’improvvisa chiusura della gabbia una volta che l’animale, attratto da un’esca di cibo collocata al suo interno, smuove un ingranaggio col muso attivando lo sblocco della grata d’ingresso che lo intrappola.
Sono tuttora in corso le indagini per risalire agli autori del reato.
La comunicazione di reato è stata depositata dalla Stazione forestale di Villagrande alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lanusei.
Il reato contestabile è quello sensi dell’art. 30 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che prevede l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da Euro 929 a euro 2.582 per chi esercita la caccia in periodo di divieto generale, nonché l’ammenda fino a lire Euro 1.549 per chi esercita la caccia con mezzi vietati.
Durante l’estate il fenomeno del bracconaggio tende all’incremento per via delle temperature miti e della possibilità di adescare facilmente i cinghiali nelle vicinanze delle colture, dalle quali vengono attirati.
Il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, pur nell’impegno prioritario dell’antincendio, anche nel periodo estivo è costantemente attivo nella lotta al bracconaggio e agli illeciti connessi al fenomeno.
I cittadini possono segnalare fatti illegali in danno della fauna selvatica direttamente presso gli uffici forestali presenti nel territorio o al numero verde 1515, dedicato a le emergenze ambientali.