La Maddalena. Dal 15 maggio al 3 giugno mare vietato anche a La Maddalena per le esercitazioni militari. Sabato 18 maggio il movimento antimilitarista “A Foras” organizza un incontro con la comunità maddalenina per presentare il libro “Isole in Guerra”.
Riceviamo e diffondiamo le loro dichiarazioni:
«Pochi mesi fa un’altra esercitazione aveva riguardato uno specchio di mare molto più vasto. Solo l’intervento dell’autorità dell’Ente Parco della Maddalena aveva impedito che spazi sottoposti normalmente a rigida tutela ambientale venissero utilizzati per esercitazioni con esplosivi. È evidente come, nell’attuale clima sempre più guerrafondaio, le attività militari in Sardegna si stiano espandendo a vista d’occhio, senza riguardo alcuno per l’ambiente e per la popolazione. D’altronde, l’attuale esercitazione avviene nel quadro degli enormi giochi di guerra della NATO denominati “Mare Aperto”, che per tutto questo mese infesteranno il Mediterraneo occidentale e soprattutto i poligoni sardi. La sfrontatezza dei militari arriva a pretendere di utilizzare il Parco Nazionale della Maddalena, tutelato anche come zona SIC dalle convenzioni europee. In questo contesto, “A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna” arriva per la prima volta a La Maddalena. Sabato 18 maggio alle 18:00 saremo ai Magazzini Ex Ilva per presentare il dossier “Isole in Guerra”, scritto assieme al movimento corso Core in Fronte (che sarà anch’esso presente) e al movimento siciliano Trinacria. Il dossier mira a diffondere la conoscenza sulle specifiche situazioni di militarizzazione delle isole del Mediterraneo, a partire dai casi di Sardegna, Corsica e Sicilia, ma la presentazione vuole essere anche un’occasione di confronto con la comunità maddalenina sulla problematica dell’occupazione militare.
Nonostante siano passati 20 anni dalla chiusura della base americana per sommergibili nucleari, la presenza dell’occupazione militare italiana nell’arcipelago continua ad essere strabordante: le strutture occupate dal demanio militare continuano ad essere le stesse, sebbene oramai il personale sia una frazione di quello occupato nei decenni passati. Un’enorme quantità di strutture inutilizzate o sottoutilizzate, che vengono sottratte alla possibilità concreta di una riconversione per usi civili. L’obbiettivo del Ministero, attraverso la Difesa Servizi Spa, è quello di monetizzare questo patrimonio immobiliare in spregio degli interessi delle comunità a cui dovrebbe essere restituito. In particolare l’isola di Santo Stefano è menzionata nel bilancio di previsione 2023 della società in house del Ministero della Difesa, che stima un incremento di 3,7 milioni delle entrate attraverso l’avvio del servizio di stoccaggio presso il deposito della Marina Militare. Non è dato sapere che tipo di materiali ci verranno stoccati, e un articolo comparso su l’Unione Sarda del 16 maggio a firma di Alessandra Carta, paventa addirittura che possa trattarsi delle scorie nucleari, il cui deposito unico potrebbe essere installato sul demanio militare in base a quanto previsto dal decreto 181 del 2023, ora convertito in legge.»
«Per tutti questi motivi invitiamo la comunità maddalenina all’appuntamento del 18 maggio – esortano gli attivisti – ai Magazzini Ex Ilva, Cala Gavetta, ore 18, per la presentazione del dossier “Isole in Guerra”.»