Sassari. Grave violenza nel carcere di BANCALI, a Sassari, per la folle intemperanza di un detenuto straniero e, ancora una volta, a pagarne le conseguenze sono alcuni dei poliziotti in servizio. Come spiega Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Ieri sera, un detenuto nordafricano che stazionava nelle scale della Sezione del carcere, si è rifiutato di rientrare, ai richiami dell’Agente di servizio, in cella ed anzi lo colpiva con una serie di violente gomitate al volto. Il collega è poi andato in infermeria e da lì in ospedale”. “Sono stati momenti ad altissima tensione”, conclude il sindacalista, che rivolge la vicinanza e la solidarietà del SAPPE.
“La violenza e la tensione vissuta dai poliziotti in servizio nel carcere di Bancali, a Sassari, sono gravissime: è inaccettabile che un agente di Polizia Penitenziaria debba rischiare ogni giorno la propria incolumità ed essere soggetto ad aggressioni e violenze solamente perché rappresenta lo Stato in un contesto nel quale la frangia violenta dei detenuti non ha alcuna remora a creare disordini, sommosse, eventi critici. Basta!”, denuncia il segretario generale del SAPPE Donato Capece. “E’ del tutto evidente che nelle carceri della Nazione e della Sardegna in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che rinnova l’appello ai vertici del DAP affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”. “Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude Capece.