Sassari. Nei giorni scorsi si svolta al Convitto Nazionale Canopoleno, il convegno-lezione rivolto agli studenti di alcune classi quarte e quinte dei licei, sulla vita e opere della grande scrittrice sarda Grazia Deledda, insignita nel 1926 del Premio Nobel per la letteratura.
Mentore della lezione è stato il massimo esperto deleddiano Dino Manca, docente dell’Università degli Studi di Sassari, che da anni insegna ai suoi studenti le peculiarità della letteratura sarda e italiana.
Dal concetto di “Contesto” si è sviluppato un interessante viaggio nell’opera attuata dalla Deledda; il suo riuscire nell’intento linguistico di “risciacquare i panni nel Cedrino”, raccontando l’isola nel suo vivere, nella sua oralità calata e fatta di tradizioni, di paesaggi, in un mondo diverso e nostalgico ma forte e perenne.
“Sento tutta la modernità della vita” scriveva giovanissima e a questo messaggio-testimone, si deve guardare per la prosecuzione di un’eredità linguistica e forza femminile a cui attingere come esempio e ispirazione.
Durante l’evento si è fatto riferimento anche all’aspetto dell’ambiente, questione estremamente attuale. La descrizione e la percezione del paesaggio, il rapporto con la natura e con la madre terra, una particolare idea della vita e del territorio, tutti temi tanto cari alla scrittrice nuorese.
“Nella scuola – ha evidenziato il rettore del Canopoleno, Stefano Manca- è importante una sempre più attenta riflessione sul contesto culturale che ci appartiene e che ci caratterizza, e questa è stata un’altra occasione che il Canopoleno ha voluto offrire agli studenti”.
Numerosissimi sono stati gli interventi dei liceali che hanno posto domande ed esternato importanti riflessioni, denotando profonda conoscenza e grande interesse per la scrittrice nuorese.