Sassari. “Siamo tutte palestinesi. Siamo tutti palestinesi”: questo lo slogan alla base di un’assemblea in programma a Sassari questo sabato.
Dopo sei mesi dall’inizio del conflitto in Medio Oriente, la situazione in Palestina è apocalittica: sono oltre 33 mila civili palestinesi uccisi dagli attacchi israeliani. L’intera isola, quindi, risponde alla chiamata dell’Associazione Amicizia – Sardegna Palestina, e si mobilita (questo sabato, contemporaneamente a Sassari, si scenderà in piazza a Cagliari con il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina, e a Nuoro con A Foras – Contra a s’occupatzione militare de sa Sardigna e Nugoro pro sa Palestina) per portare sostegno concreto alla popolazione e per fare pressione su Israele perché cessi il fuoco e rispetti le risoluzioni ONU sul ritiro da Gaza e dai territori occupati.
Inoltre, i manifestanti chiedono al governo italiano di invertire rotta: no al supporto a Israele, sì ad atti reali per fermare il genocidio.
Ieri a Sassari, i Giovani Palestinesi – Sassari, gli Studenti per la Palestina, e l’Assemblea cittadina per la Palestina, ospitati nella sede dell’Associazione Sa Domo de Totus, hanno presentato il programma dell’Assemblea pubblica in programma in piazza Università e, contestualmente, gli obiettivi del corteo che si concentrerà in piazza Azuni sabato a Sassari alle 15, per poi dirigersi verso il Rettorato davanti al quale si svolgerà un dibattito in cui interverranno studenti, insegnanti, le comunità migranti, e artisti.
«Continuiamo a chiedere» – hanno detto i rappresentanti dell’ Assemblea Studenti per la Palestina Sassari – «al Senato accademico e al rettore del nostro ateneo di recidere ogni rapporto con Leonardo S.P.A., azienda italiana strettamente legata a Israele e una delle massime produttrici di armi d’Europa, nonché fornitrice degli armamenti con cui Israele sta compiendo un vero e proprio genocidio».
Gli studenti, inoltre, porranno all’attenzione della città il fatto che non vengano concessi spazi – “con pretesti burocratici”, sostengono – all’interno dell’Università di Sassari in cui avrebbero voluto sensibilizzare i colleghi sulla cultura e sull’arte del Popolo Palestinese e ricordare il pacifista e militante per la Palestina, Vittorio Arrigoni. Affermano inoltre che, oggettivamente, “le alte cariche dell’università non vogliono confrontarsi” con loro, e perciò vengono ‘silenziati’ con l’accusa di parzialità politica. “Poi, però, difendono gli accordi dell’ateneo con l’industria delle armi, e si candidano alle elezioni comunali con partiti che negano il genocidio a Gaza e appoggiano Israele”, affermano gli organizzatori del corteo.
Alla manifestazione e all’assemblea in piazza aderiranno le comunità migranti (come sempre da ottobre) e anche numerosi docenti che si sono organizzati in un coordinamento: «In Palestina, uno dei volti più inquietanti della cancellazione del popolo palestinese è quello che i Giovani Palestinesi chiamano giustamente “scolasticidio”, cioè la totale demolizione delle scuole e delle università palestinesi» – ha spiegato l’insegnante Antonella Pes. «In quanto docenti abbiamo un’etica nelle nostre azioni e nell’uso delle parole. La distruzione di università, ospedali, e l’assassino di massa di sfollati per fame o con il cecchinaggio non è “guerra”, ma consapevole annientamento di un popolo. Ovvero un genocidio».
Romperanno il silenzio in favore della presa di coscienza di massa sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania, anche alcuni artisti sassaresi partecipando con letture poetico-teatrali come, tra le altre e gli altri, Roberta Campagna, Marta Meloni, Francesca Dettori e Maurizio Giordo, oppure esponendo le proprie opere visive come Zuanna Boscani, ed esibendosi in performance come diversi musicisti.
Il raggruppamento del corteo è previsto per sabato 13 aprile in Piazza Azuni alle 15.