Una quota di consumi di energia da fonti rinnovabili del 24%, ben superiore alla media nazionale, ferma al 18%, mentre inferiori sono i kW di nuovi impianti rinnovabili installati nel 2022 in rapporto alla superficie. Una performance positiva anche quella del settore degli edifici, che porta la regione al secondo posto in Italia per basse emissioni settoriali pro-capite e a registrare una quota di consumi elettrici negli edifici (pari al 40%) molto superiore al resto d’Italia, dove si attesta al 26%. Ottimi risultati anche nel comparto industriale, nel quale la quota di elettrico sui consumi di energia del settore è pari al 50%, contro il 42% della media. Ancora particolarmente negativa, purtroppo, la performance sulle emissioni pro-capite complessive, a causa di una dipendenza ancora significativa dal carbone.
Questi sono solo alcuni degli elementi che qualificano la performance climatica della Sardegna, esaminata in dettaglio dalla nuova piattaforma CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns), realizzata da Italy for Climate – centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – in collaborazione con Ispra, che raccoglie, analizza con indicatori originali e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei propri territori.
Uno strumento intuitivo e fruibile con cui Italy for Climate intende fornire al dibattito pubblico e alle Amministrazioni locali un quadro completo e aggiornato che consenta di identificare, per singola regione e in confronto alle altre, gli elementi di forza, le aree di miglioramento e le migliori pratiche da adottare attraverso 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità.
Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate: «Per guidare con successo un territorio verso la transizione energetica è essenziale avere una visione completa dell’andamento dei principali indicatori climatici della regione, per identificare quali sono le aree che richiedono lo sviluppo di strategie mirate ed efficaci per mitigare e affrontare la crisi climatica. Con quest’obiettivo, insieme a Ispra, abbiamo voluto sviluppare una piattaforma di condivisione di dati e buone pratiche, selezionando 26 indicatori chiave, molti dei quali frutto di specifiche elaborazioni originali, per una lettura intuitiva e comprensibile dei principali indicatori in gioco».
Le 8 aree tematiche di CIRO che individuano le migliori performance della Sardegna in dettaglio:
1. Emissioni: gli assorbimenti naturali in rapporto alla superficie sono superiori alla media nazionale, mentre le emissioni pro capite di gas serra sono le più alte in Italia, una performance da ricondurre all’alto ricorso al carbone che ancora si registra nell’isola.
2. Energia: I consumi pro-capite della Sardegna sono inferiori rispetto alla media nazionale, mentre il mix energetico in termini di distribuzione delle fonti è molto diverso dalla media nazionale, con una quota di carbone e di petrolio decisamente superiori alla media.
3. Rinnovabili: la quota di consumi di energia da rinnovabili (24%) è ben superiore alla media nazionale (ferma al 18%), mentre inferiori sono i kW di nuovi impianti rinnovabili installati nel 2022 in rapporto alla superficie; sempre nel 2022, non si registrano nuove comunità energetiche rinnovabili attivate.
4. Trasporti: le performance per questo settore in Sardegna sono generalmente in linea con la media nazionale, nelle emissioni pro-capite, nel numero di automobili e in quello dei passeggeri trasportati dal TPL in rapporto alla popolazione; la quota di elettrico nelle nuove immatricolazioni è invece leggermente inferiore alla media.
5. Edifici: la performance del settore è nel complesso piuttosto positiva, essendo la Sardegna la seconda Regione in Italia per basse emissioni settoriali pro capite e registrando una quota di consumi elettrici negli edifici (pari al 40%), molto superiore alla media nazionale (pari al 26%).
6. Industria: la quota di elettrico sui consumi di energia del settore (pari al 50%) è ben più alta della media italiana (pari al 42%), mentre la performance in rapporto al valore aggiunto resta inferiore alla media, sia nelle emissioni che nei consumi di energia.
7. Agricoltura: buona la performance per quanto riguarda l’utilizzo di fertilizzanti, più basso della media nazionale, mentre su tutti gli altri indicatori dell’agricoltura la performance è sempre peggiore della media nazionale, per emissioni pro capite settoriali, numero di capi di bovini allevati in rapporto alla popolazione e quota di agricoltura biologica.
8. Vulnerabilità: la performance è generalmente sempre positiva, soprattutto per quanto riguarda il consumo di suolo (pari al 3,3%, fra i più bassi del Paese) e il numero di eventi estremi registrati nel 2022; la quota di popolazione residente in aree a rischio alluvione è in linea con la media nazionale, mentre la performance sulle perdite della rete idrica è peggiore rispetto alla media.