La denuncia del SAPPE. Ancora un suicidio in un carcere della Nazione, nella Casa circondariale Bancali di Sassari, e tornano ad alimentarsi le polemiche per il mancato recepimento dei richiami del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del SAPPE, spiega: “un’altra tragedia a Bancali. Un detenuto si è tolto la vita: è stato trovato stamattina alla conta delle 6. Era rientrato ieri sera da un ricovero in ospedale. Pare che soffrisse di problemi suicidari. Il detenuto era italiano. In cella con lui ci stava un altro detenuto che pare non si sia accorto di niente perché dormiva. Alla apertura del blindo della cella, l’uomo è stato trovato morto”.
“Si continua a parlare se ci sono azioni da intraprendere per poter evitare tale gesto estremo”, evidenzia Luca Fais, segretario regionale SAPPE. “Il suicidio è sicuramente un evento imprevedibile, pertanto se una persona decide di suicidarsi prima o poi troverà il modo di farlo. Il problema è preventivo, non successivo. Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata”, prosegue. “La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione. A nostro avviso servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario da destinare esclusivamente alle carceri sarde”, conclude.
Per il leader nazionale del Sindacato più rappresentativo della Polizia Penitenziaria, Capece, “chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica ed istituzionale, dovrebbe andare in carcere a Bancali a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del SAPPE e di tutto il Corpo ma dell’intera Nazione. L’ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono: è il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti”. Il SAPPE torna a sollecitare “con urgenza quelle riforme più volte chieste dal SAPPE ma che, incredibilmente, il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che ha una delega ad hoc per la gestione dei detenuti, continua a non assumere ed ignorare”. “Nel frattempo”, conclude, “in questo scenario desolante, in cui dall’inizio dell’anno ben 27 detenuti si sono tolti la vita in cella ed i poliziotti penitenziari continuano a prendere calci, sputi e mazzate nelle carceri italiane dalla frangia violenta dei ristretti, con buona pace del sottosegretario delegato Ostellari, protagonista solo di passerelle alle feste del Corpo regionali di Padova e Milano. E se anche il Ministro Guardasigilli Nordio ignorerà questo appello, il SAPPE non esiterà a portare in piazza sotto il dicastero della Giustizia tutto il dissenso e il malumore dei poliziotti penitenziari italiani”.