Riceviamo e diffondiamo le dichiarazioni di Antonello Peru, consigliere regionale di Sardegna al Centro 20 Venti, sull’opportunità di costruire nuovi presidi ospedalieri:
“Realizzare nuovi ospedali non è un costo, ma un risparmio. Verrebbero eliminati tutti gli sprechi di denaro legati al fatto che quelli attuali sono per lo più realizzati con concezioni superate. Realizzare e riqualificare nuovi ospedali significa anche razionalizzare e organizzare meglio la funzionalità delle discipline connesse al dialogo tra servizi ospedalieri, utili a generare un enorme risparmio energetico e, soprattutto, a distribuire e organizzare al meglio tutti gli operatori sanitari. Nel 2019, nel corso di un incontro al quale partecipò anche il Sindaco di Sassari segnalai al Presidente della Regione che la priorità delle priorità in sanità era la realizzazione di nuovi ospedali, a Sassari, ad Alghero e nelle altre aree della Sardegna.
Di recente ho vissuto personalmente un ricovero all’Ospedale civile di Alghero. Ho trovato personale medico e paramedico meraviglioso che purtroppo deve lavorare in una struttura da terzo mondo. Cinque anni fa avevo proposto di costruire un unico presidio ospedaliero che rispondesse alle esigenze reali del territorio e non continuare a tenere due strutture lontane e che non dialogano fra di loro, vista la carenza del personale medico in particolare. Al tempo si sollevarono gli scudi e organizzarono da subito un comitato “giù le mani dal Marino”. Sarebbe stato un risparmio e un miglioramento sensibile del servizio agli utenti, e invece ora abbiamo perso le risorse e non sono stati eliminati i doppioni e gli sprechi.”
Così afferma Antonello Peru, coordinatore di Sardegna al Centro 2020 e neoeletto consigliere regionale, intervenendo su una delle questioni centrali per la sanità della nostra isola.
“Dall’inizio della passata legislatura ho detto in tutte le occasioni che serviva un netto cambio di mentalità, e ho fatto spesso l’esempio proprio dell’ospedale di Sassari, oggi concepito in dimensione verticale, con sette palazzine che provocano una forte dispersione energetica in cui non si dialoga tra le discipline mediche. E non parliamo delle spese e delle perdite di tempo che si sprecano per passare da una stecca all’altra o per esempio a trasportare i pazienti da un reparto ad un altro. Io dico da tantissimo tempo che si deve andare verso un modello orizzontale in cui ospedalieri e universitari possano dialogare meglio e non devono essere uniti giuridicamente da una legge e divisi fisicamente da una strada. Purtroppo, si è sprecata una grande opportunità e si doveva approfittare di un’occasione storica, quella della disponibilità finanziaria, oggi dimezzata e non più sufficiente, per renderli più funzionali, più moderni, con tecnologie avanzate. In poche parole: ospedali adatti per una sanità del 2024 e non per quella degli anni ’70 o ’80.
Spero tanto che la nuova giunta oltre a questo tema fondamentale sull’edilizia sanitaria, proceda con la riorganizzazione delle reti ospedaliere per la cura dell’acuzie e quelle territoriali per fare in modo che si possa finalmente fare prevenzione e riabilitazione. Se si procederà su questa strada, potrò garantire da subito la mia piena disponibilità a collaborare, perché per quanto mi riguarda tutto ciò che verrà fatto per il bene della Sardegna sarà valutato in maniera propositiva. E aggiungo che forse oggi dai banchi di quella che prima era maggioranza sarebbe giusto anche a questo proposito fare un’analisi su ciò che è stato fatto e su ciò che si poteva fare per avviare nel concreto una seria e innovativa politica di edilizia sanitaria. Se qualcuno mi avesse ascoltato e avesse dato seguito da subito alle parole, forse il risultato elettorale sarebbe stato diverso.”