Cagliari. I numeri del cancro al colon in Italia riportano nel 2022 una stima di circa 48.100 nuove diagnosi (uomini 26.000; donne 22.100) e una mortalità che si stima per il 2021 di 21.700 decessi.
Lo screening è uno strumento di salute tanto più efficace quanto più partecipato e ha come scopo principale di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia.
Lo screening del cancro colo-rettale si rivolge ad una popolazione di età adulta, che viene invitata dal proprio medico di medicina generale a aderire alla iniziativa, ritirando generalmente in farmacia un kit per la ricerca del sangue occulto in un piccolo campione di feci. Solo in caso di positività si procede ad effettuare l’esame di secondo livello rappresentato dalla colonscopia.
In Sardegna a causa delle difficoltà nell’organizzazione di efficaci programmi di screening, solo il 50% della popolazione in target, dai 50 ai 69, riceve ogni due anni l’invito a sottoporsi al test del sangue occulto fecale. Nel 2022 solo il 30% di coloro che hanno ricevuto l’invito (per un totale di 35.128 persone) si è sottoposto allo screening di primo livello.
A fronte di questi dati è importante sapere che tra coloro che scelgono di aderire al programma di screening, si rileva una significativa percentuale di guarigione con sopravvivenza fino al 90%, nei casi frutto di una diagnosi precoce del problema.
“Nella nostra regione – afferma il Dottor Giammarco Mocci Presidente Regionale Aigo e Dirigente medico presso l’Azienda Ospedaliera G. Brotzu – si sta lavorando per creare una rete in grado di incrementare la percentuale delle persone coinvolte alle campagne di screening. Purtroppo, permangono ritardi organizzativi che speriamo di risolvere in collaborazione con le istituzioni e le società scientifiche. Anche i tempi di attesa per l’esecuzione della colonscopia risultano problematici: nel 2022, nella Regione Sardegna, la colonscopia è stata eseguita entro un mese dal referto del test di primo livello solo nel 26% dei casi. Un’ulteriore 30% ha eseguito la colonscopia tra i 31 e i 60 giorni dalla data del referto”.
Consapevole del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce Aigo ha promosso nei primi mesi dell’anno l’indagine “Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia”, che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane.
“La survey nasce dalla considerazione che il grado di partecipazione allo screening del cancro colon retto in Italia è significativamente eterogeneo, – afferma Marco Soncini Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco – generalmente le regioni del centro nord dell’Italia raggiungono performance più elevate (40-50%) di quelle del sud e delle isole (10-15%). Più elementi concorrono a determinare l’adesione allo screening del cancro colon retto. Conoscere i fattori che favoriscono o al contrario riducono l’adesione allo screening permette di iniziare un percorso di rimozione delle criticità”