Rispetto per il ruolo di capitano. È attorno a questo concetto che ieri si è “centrato” e sviluppato il nuovo appuntamento con gli incontri del progetto SEF, iniziativa di formazione umana e sportiva della Fondazione Torres – rappresentata oggi dal presidente Umberto Carboni e dal direttore generale Massimo Pedoni – sposata per il secondo anno consecutivo con entusiasmo e convinzione dalla Torres della proprietà Abinsula, rappresentata stasera dal presidente (già capitano rossoblù) Stefano Udassi. L’incontro è stato ospitato nel futuristico spazio eco sostenibile allestito nella sede dello sponsor Character di Antonello Fadda.
Chiaro il tema. Accogliente l’ambiente. Forti d’esperienza le voci dei protagonisti chiamati a rapportarsi con la platea e a raccontare alle Under rossoblù e biancoblù storie di sport utili alla costruzione del futuro giocatore. Del futuro uomo. Del futuro professionista. Presenti anche staff tecnici dei team giovanili e gli staff comunicazione delle due società. In sala non vola una mosca, fra esperienze personali di vita sportiva vissuta e regole del mondo dello sport e della vita.
Stefano Udassi, presidente Torres Sassari: “Bello avere tanti giovani attorno. Bello essere qui nella sede di Character, per cui ringraziamo Antonello Fadda. Bello essere qui e avere al fianco uno dei massimi interpreti del ruolo di “K”: Jack Devecchi, esempio di attaccamento, di professionalità, recordman assoluto che dal campo oggi è passato dietro alla scrivania cementando il suo rapporto con la società Dinamo e la città di Sassari. Il K è la stella polare in un contesto squadra, punto di riferimento per il gruppo ancor più affidabile nelle situazioni di difficoltà, davanti ad uno stadio gremito e ad un palazzetto pieno. Dinamiche diverse quelle di basket e calcio, contingenze differenti, ma situazioni molto simili a livello di rapporti. In qualunque situazione il K deve essere di esempio, dopo una vittoria e in mezzo ai fischi. Un esempio, sempre, a partire dal linguaggio del corpo per arrivare alla vita extra campo”.
Jack Devecchi (ex capitano biancoblù), direttore generale Dinamo: “Essere capitano? Importante. Non sempre però un capitano è il leader della sua squadra. Non sono figure che combaciano. Il K è il collante, ha le redini dello spogliatoio, ha il rapporto con lo staff tecnico, la dirigenza, i tifosi, gli sponsor e la città. Una figura chiave. Io ho avuto la fortuna di avere Manuel Vanuzzo come capitano per nove anni. Lui stesso aveva ricevuto i gradi da Emanuele Rotondo, calandosi appieno nel ruolo, nella dimensione Sassari. Il K non è il più anziano, ma è chi ha più esperienza diretta, chi è dentro la dinamica del club, del gruppo, dello spogliatoio. Deve essere l’esempio per eccellenza, per tutti. Devi insegnare agli altri cosa è il rispetto per mister, staff, compagni, società, maglia”.
Devecchi e Udassi raccontano ai giovani atleti che li ascoltano interessati episodi di campo, esempi di vita vissuta da capitani, esempi concreti gestiti con la sapienza che deve avere un capitano, le differenze che possono esserci tra calcio e basket. Ma sono soprattutto i valori comuni ad emergere, valori di cui il capitano è il primo rappresentante di ogni squadra.
Foto: Alessandro Sanna