Gran finale al Cine Teatro Astra di Sassari per la XXXIII edizione del “Festival Etnia e Teatralità” che ha proposto in questi sei mesi di programmazione i più svariati generi teatrali. Organizzato dalla Compagnia Teatro Sassari, con il contributo della Regione, del Comune di Sassari e della Fondazione di Sardegna, il festival propone come ultimo appuntamento il 23- 24 febbraio alle 21 e domenica 25 alle 19 “Regina madre” di Manlio Santanelli. Lo spettacolo è una nuova produzione della compagnia sassarese e vede sul palco Teresa Soro, che ha curato anche l’adattamento del testo, e Luca Fancello per la regia di Alfredo Ruscitto. Scrittore e drammaturgo napoletano di fama internazionale Santanelli ha uno stile in cui si avvertono alcuni influssi del teatro dell’assurdo con testi che oscillano tra comico e tragico. Tradotta in 21 lingue “Regina madre” è spesso rappresentata in Italia come nel resto del mondo.
La storia ha due protagonisti Regina, una donna ancora energica e vitale ma che, almeno a detta del suo medico, ha dei problemi di salute, e suo figlio, Alfredo, un cinquantenne in preda a perenni stati depressivi e ansiogeni. Alfredo decide di trasferirsi dalla madre per stargli più vicino e assisterla ma le sue intenzioni sono anche altre, ovvero realizzare uno scoop per il giornale in cui lavora raccontando gli ultimi mesi e l’eventuale morte di sua madre. Quando Regina scoprirà l’intento del figlio un botta e risposta di ricatti, dispetti, battute, gesti di comprensione e rivalse reciproche renderanno la trama movimentata in un escalation di rivelazioni e scambi di battute al vetriolo che rende i dialoghi squisitamente comici. “Ci siamo confrontati con un testo meraviglioso – dice Teresa Soro – di teatro di parola che fa riflettere e sorridere a denti stretti. Efficace e diretto, “Regina Madre” porta in scena un normale ménage madre-figlio con tutte le possibili sfumature, le scaramucce, le scoperte di verità mai svelate, i reciproci fraintendimenti. Con Luca Fancello abbiamo cercato di portare al pubblico la naturalezza di questi personaggi, certi che tanti spettatori potranno ritrovarsi nelle loro tragicomiche esperienze”.