Andranno avanti fino a maggio come previsto dal nuovo piano di contenimento provinciale 2023-2025 gli abbattimenti di cinghiali nell’area Parco e nella zona contigua. Le operazioni che prevedono il coinvolgimento di una quarantina di coadiutori sono iniziate nel mese di dicembre scorso e sono coordinate dal Parco di Porto Conte e dall’ispettorato ripartimentale di Sassari del Corpo Forestale e V.a. della Sardegna. Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione alla presenza dei rappresentanti delle due associazioni coadiutori, della Provincia di Sassari coordinata dal consigliere del Direttivo del Parco di Porto Conte Adriano Grossi nella quale si è ragionato sulla novità di introdurre sperimentalmente nelle aree più critiche alcune giornate di abbattimenti con la classica “battuta”. Modalità questa attuabile in deroga se adeguatamente motivata. Pertanto sarà ora il Parco di Porto Conte a formulare istanza per ottenere la possibilità di introdurre questa ulteriore modalità di intervento allo scopo di aumentare i numeri di capi abbattuti e ridurre sensibilmente gli impatti sui terreni agricoli di prossimità e sulle arterie stradali. Rimane sullo sfondo la questione, mai del tutto risolta, sui rimborsi spese per il servizio svolto dai coadiutori che anche se portano a casa i capi abbattuti recriminano i costi legati al carburante per le attività di foraggiamento, i costi aumentati del munizionamento e le attrezzature utilizzate, nonché il tempo messo a disposizione. Urge dunque il reperimento di fondi adeguati per un’attività che al di là dei risultati si può considerare “apripista” in Sardegna.
“Il Parco di Porto Conte infatti, insieme alla Provincia di Sassari operano nel territorio di competenza con piani di contenimento dal 2008- spiega il vice-presidente del Parco Grossi – e sebbene i numeri possano deludere gli agricoltori o gli automobilisti che impattano sui cinghiali a cui sembrano sempre tantissimi i cinghiali, le recenti statistiche sugli incidenti stradali e sulla base anche delle testimonianze dei coadiutori direttamente impegnati la densità degli animali non è più quella di un decennio fa. Certo è che l’attività va comunque svolta e in maniera intensiva per contenere la specie che ovviamente non potrà mai essere eradicata. Ed è altrettanto vero che la Regione, e contestualmente anche il Comune di Alghero, deve comprendere che la piaga dei danni alle persone e alle colture causata dai cinghiali deve essere affrontata anche sul fronte degli investimenti finanziari. Non può essere gestita solo affidandosi alla buona volontà dei coadiutori volontari. ”