Sassari. La futuristica sede dello sponsor Verde Vita – con Fabrizio Pilo ospitale padrone di casa e da sempre grande tifoso della Torres – è l’auditorium che ospita il terzo incontro stagionale del progetto S.E.F. (Sport, Educazione e Formazione), iniziativa immaginata e messa in campo dalla Fondazione Torres del presidente Umberto Carboni in collaborazione con la società del presidente Stefano Udassi. Guest star della serata lo psicologo sportivo Riccardo Pazzona.
In platea i giovani del Settore Giovanile accompagnati da Mario Desole e dal suo staff. Presente anche una nutrita pattuglia di giocatori della prima squadra rossoblù – attualmente seconda nel campionato di serie C, girone B – capitanata da mister Alfonso Greco e dal suo vice allenatore Fabio Tocci. Presenti anche il presidente Udassi, i dirigenti Vindice Silvetti e Antonio Planetta e lo staff comunicazione torresino.
Umberto Carboni: “Un saluto alla prima squadra e al nostro mister che ci rendono orgogliosi della loro presenza. Un saluto ai nostri ragazzi. La settimana scorsa nel secondo incontro in calendario Emanuele Rotondo, ex bandiera della Dinamo Basket, ha delineato alcuni degli aspetti principali del “vivere” un gruppo da parte di un atleta. Ripartiamo da lì con Riccardo Pazzona, professionista di grande spessore e competenza, altissimo profilo nel campo della psicologia sportiva. Insieme a lui indagheremo i meccanismi che permettono a singoli e gruppi di individuare gli obiettivi, e lavorare per centrarli”.
Riccardo Pazzona viaggia fra sport e vita, parla sin da subito di obiettivi: chi li definisce e sulla base di che cosa? Sottolinea che in ambito sportivo ci si occupa di prestazione, perché chiunque scende in campo ha degli obiettivi. Ricerca costantemente l’interazione con la giovane platea, chiede e si interroga e individua risposte: fare una bella prestazione può essere un obiettivo? Si, ma cosa significa? Vincere. Come si fa a vincere: dando il massimo. Come? Impegnandosi in allenamento. Cioè: sacrificandosi, mettendoci tutta la determinazione possibile, fissare un traguardo finale. Come si allenano questi aspetti? Con la testa, certo. Ma anche con il fisco. Gli atleti ragionano su: prestazione e voglia di vittoria. Si focalizzano sulla prestazione finale, guardano al futuro ma questo può portare a vivere situazioni di ansia.
E poi ancora: è più importante stemma o numero sulla maglia? Si passano in rassegna temi come rispetto dei ruoli, concentrazione, la distinzione tra obiettivi individuali (con diversi profili di prestazione per ruolo), di reparto (reparti che lavorano secondo le idee del tecnico) e di squadra. “Gli obiettivi sono la benzina di un atleta” dice poi spostando il focus su specificità e performance. Importante lo studio del dettaglio, apprendimento e sfruttamento di particolari tecniche di allenamento mentale che permettano di approcciare al maglioni campo gli avversari. Ancora l’importanza della mentalità e la gestione della parte emotiva durante la partita, post errore e in caso di infortunio.
Tanti gli argomenti toccati, ad un livello quasi accademico ma supportati anche da esperienze professionali e personali che spaziano ad arrivare sino alla serie A e a i suoi grandi protagonisti. Ciò che si materializza è ancora una volta un vero e proprio master, costruito appunto fra esperienze e racconto. Un viaggio dentro e intorno al mondo dello sport, del calcio, del vivere sportivo e quotidiano.
Un altro prezioso momento di incontro fra i ragazzi dell’under della Torres e i grandi protagonisti sulla scena, grandi interpreti del gioco, calciatori, cestisti, innovatori, pugili, motivatori, professionisti di settore, imprenditori. Crescere da calciatori e da uomini. Opportunità da cogliere. E da sfruttare anno dopo anno.