L’incontro “Prove di volo” organizzato dal Gruppo Consiliare Orizzonte Comune ha visto giovedì pomeriggio alla MEM una grande partecipazione di pubblico e un interessante dibattito sul tema prioritario e urgente del mercato del trasporto aereo, su quale sia il modello migliore per garantire ai sardi il diritto alla continuità territoriale, come superare il problema dell’isolamento imposto da un sistema di trasporti inefficiente e con condizioni svantaggiose per i residenti, e i rischi del sistema affidato al libero mercato in un mutato scenario dei rapporti con i vettori aerei. Un appuntamento importante moderato da Marzia Cilloccu, Consigliera comunale e capogruppo a Cagliari per Orizzonte Comune, che ha lanciato l’iniziativa di questo incontro attraverso il coinvolgimento di esperti ed esperte del settore “per dare un contributo al superamento dei limiti dell’attuale sistema dei collegamenti aerei previsti dal bando per la continuità territoriale, per facilitare quelli legati al traffico aereo dei flussi turistici e trovare soluzioni concrete per rimuovere gli inaccettabili svantaggi derivati dall’insularità”. Diverse le criticità trattate e già emerse nella bozza di programma frutto del lavoro dei tavoli della coalizione del centrosinistra guidata da Alessandra Todde, invitata nel corso della serata alla MEM a portare il suo contributo la candidata alla Presidenza della Regione ha toccato alcuni temi importanti come le risorse pubbliche limitate, la dispersione delle modeste risorse utilizzabili, la programmazione a medio e lungo termine insussistente, la difficoltà delle interlocuzioni con le istituzioni europee e scarso supporto da parte del Governo nazionale, una scarsa conoscenza dei dati del trasporto aereo, inesistenza di normative strutturali di settore e di una task force interna e permanente all’amministrazione regionale con specifiche competenze in materia.
La parola dunque agli esperti, attori di questi studi e dinamiche, che hanno evidenziato le debolezze dell’attuale impianto della continuità territoriale in Sardegna, in relazione anche agli altri paesi, portando risposte su come superarle. Roberto Devoto ha evidenziato le fragilità del sistema attuale sottolineando quanto la Sardegna sia un piccolo paese che non ha appeal turistico con un traffico di utenti e aeromobili limitati, in un mondo così complesso in cui il mercato lo fa invece chi ha gli aerei e i numeri dei passeggeri. Ha portato all’attenzione quindi la proposta del modello di “sistema misto” pensato insieme a Sandro Usai e Gianfranco Fancello, che si ispira al modello spagnolo e francese per le isole per garantire ai sardi un maggiore diritto alla mobilità. “Da giugno a settembre apertura monitorata al libero mercato, quindi più compagnie sulle tratte, orari e frequenze, tariffe, rimborso del 50%-75% del biglietto per i residenti, mentre da ottobre a maggio mettiamo gli oneri di servizio con l’assegnazione a una compagnia unica e con voli, tariffe, frequenze e orari bloccati”. Un sistema che permetterebbe di aumentare la concorrenza tra i vettori nel periodo in cui c’è più richiesta, estendendo l’offerta anche ad altre tratte e garantendo al contempo il diritto alla mobilità anche nel periodo meno allettante per le compagnie aeree. Perché il problema della mobilità aerea non è un problema trasportistico ma della politica. Lo ha rimarcato nel suo intervento Sandro Usai, che con dati alla mano su continuità territoriale e libero mercato ha illustrato le distorsioni dell’attuale sistema e su come si potrebbe migliorare il diritto alla mobilità dei sardi e facilitare i collegamenti legati ai flussi turistici. “Oggi un terzo dei residenti in Sardegna (1.200.000) viaggia all’interno della continuità territoriale nelle sole tratte Cagliari-Roma(Fiumicino) e Cagliari-Milano (Linate). Due terzi usano invece il libero mercato. Tra questi ci sono anche quei 500.000 residenti su Cagliari, città metropolitana e Sud Sardegna, che vanno a Torino, Bologna, Venezia, Pisa, Napoli, Catania, cioè che volano su tutti gli altri aeroporti italiani e non hanno nessun rimborso per il diritto alla mobilità. La politica questi residenti sardi non li considera. C’è quindi un problema di giustizia sociale”.
Altro problema è il monopolio della direttrice Cagliari-Fiumicino che ha indebolito ulteriormente il nostro sistema, ha spiegato Usai. “Se non affrontiamo in tempo il problema seriamente il 2024 potrebbe seppellire la continuità territoriale per mancanza di vettori e posti disponibili. Avremo il 30% in meno di posti, rispetto alla domanda, per volare in Europa”. Un sistema portuale che nei prossimi venti anni dovrà mutarsi completamente, tra innovazioni tecnologiche e nuovi investimenti da fare. “Ma l’aeroporto è una public utility, e come il pronto soccorso non deve per forza guadagnare. Serve a contribuire al trasporto non a fare business, e ad aiutare lo sviluppo e la coesione sociale”, ha sottolineato Umberto Borlotti, il primo a portare in Sardegna la compagnia irlandese Ryanair. “Abbiamo internazionalizzato la Sardegna, ora si tratta di riflettere bene su quello che vogliamo fare. Dalle analisi di Nomisma, società per studi settoriali e territoriali, la Sardegna nel 2030 rispetto agli attuali passeggeri avrà una media di 150.000 teste all’anno, la Sicilia 410.000. Quindi la scelta strategica del trasporto aereo turistico individuale per le isole è la Sicilia. Dare linfa al turismo e ai collegamenti per i residenti, se non vogliamo tornare indietro di molti anni. Io credo veramente che la locomotiva possa essere ripresa e su un tavolo serio gli obiettivi si raggiungono”. E lo abbiamo visto, ci sono dei paesi che hanno portato soluzioni concrete attraverso decisioni prese con la politica, con le compagnie e con tutti gli attori in causa. “La politica dovrebbe riuscire a incidere su questi temi, attraverso una commissione che deve occuparsi esclusivamente di questo nel futuro della nostra regione – ha sottolineato Marzia Cilloccu – perché non si può demandare il problema alla politica di turno o all’assessore di turno. Bisogna che tutto questo sia fatto in rete, con l’università e con chi ha davvero le chiavi della soluzione, che non arriva solo per attirare le compagnie, ma come ha evidenziato il Dott. Borlotti, deve essere considerata una questione sociale, perché prima di tutto c’è il diritto all’abbattimento di questo disagio che purtroppo in Sardegna continuiamo a registrare”.
Un disagio che l’apertura verso un libero mercato ha prodotto negli ultimi vent’anni attraverso un sistema monopolista non regolamentato dal settore pubblico, dove l’operatore fa solo il suo interesse, spesso a discapito dei soggetti più deboli, i residenti delle isole. “Un consumatore non può recuperare nemmeno un mancato imbarco, un ritardo, un risarcimento del danno, nemmeno può notificare un atto di citazione perché lo Stato italiano non ha preteso che venissero rese operative sotto questo profilo una serie di norme a tutela dei consumatori”, ha illustrato nel suo intervento Giovanni Dore, esperto in diritto europeo – Il modello della Corsica si mantiene ancora in piedi perché c’è un contributo dello Stato francese molto elevato, perché hanno istituito una compagnia aerea modesta ma che attraverso questo meccanismo del servizio pubblico ben remunerato e l’attenzione ai loro bisogni riescono a mantenersi in equilibrio, pur trattandosi esclusivamente di un servizio regionale dei corsi verso la Francia. I corsi hanno inoltre costituito una task force interna. Quando vado a dare contributi pubblici a qualsiasi operatore nel progetto e nel bando gli scrivo che tutti i dati economici dei passeggeri, tipologia ecc. sono di proprietà del governo sardo, e non delle compagnie. Mettere inoltre un prezzo libero su una tratta in monopolio crea una discriminazione giuridica e quindi di anti-concorrenzialità, di fatto si sta chiudendo un mercato, non c’è possibilità di commistione tra compagnie e gli si sta dando la possibilità di remunerarsi con costi esorbitanti nei momenti di grande richiesta”. Non solo una questione di costi, ma servono anche investimenti, una programmazione adeguata nella lunga durata e un modello ben fatto che non può cambiare ogni sei mesi.
Come ha spiegato Alessandra Todde nel suo intervento. “Io credo che una delle cose peggiori che chi vive in Sardegna sperimenta sia il fatto di non poter programmare la sua mobilità. Bisogna sussidiare nei mesi di spalla e fare in modo che i residenti siano garantiti con i giusti incentivi. Per favorire lo sviluppo della Sardegna dobbiamo avere attrattori che sono eccellenze, innovazione, lavoro. Attrarre e far spostare persone. Va pianificato, progettato e programmato. Questi sono spunti che nel nostro programma sono dettagliati. Il tema della continuità territoriale deve essere risolto con lo Stato e non in contrapposizione. Perché dal diritto alla mobilità dipende il diritto allo studio, al lavoro, alla salute. Sulla continuità aerea c’è chiaramente un problema di risorse. In Sardegna, oggi, si spendono 25 euro a persona, mentre altri Stati come Francia (per la Corsica) e Spagna (per le Baleari) ne spendono diverse centinaia. Noi proponiamo un modello misto, con la governance e la programmazione in capo alla Regione, perché in alta stagione, quando la concorrenza è alta, è proprio la Regione che deve organizzare la programmazione. È anche necessario lavorare per incrementare la domanda di chi ha intenzione di raggiungere la Sardegna”.
Creare quindi una domanda e ricevere un’offerta. Soprattutto per il periodo invernale, quando a partire dal 1° ottobre si spegne tutto. “Abbiamo il problema del ‘prodotto Sardegna’ che non vendiamo, da ottobre ad aprile. Oggi consideriamo le compagnie aeree ancora come compagnie aeree, ma da oltre dieci anni sono diventate un sistema turistico viaggiante. Loro ci vendono i turisti e noi li compriamo. Gli utenti scelgono dal loro catalogo prima il vettore in base ai costi, poi la destinazione. Siamo 1.600.000 e abbiamo due aeroporti internazionali, di cui quello di Cagliari è ancora l’unica filiera dei trasporti in mano ai sardi e non nelle mani di una figura esterna speculativa. Dobbiamo lavorare per sostenere la domanda e l’offerta turistica per la Sardegna negli altri mesi”, sostiene Fausto Mura. È emerso dunque quanto sia importante ridare un ruolo forte alla Regione, in cui le azioni di coinvolgimento vanno costruite, nel contesto sardo che è insulare, diverso. “La Regione si deve riappropriare della capacità di pianificare perché siamo in un’isola. Deve diventare un pianificatore strategico, mettersi intorno a un tavolo con le compagnie aeree, l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) e le società di gestione, favorire un mercato libero ma controllato, ha aggiunto Gianfranco Fancello, I tre aeroporti sardi devono essere messi in rete e coordinati fra loro nelle azioni. E poi diverse imprese, non un’unica impresa. E soprattutto non una proprietà straniera di tutti gli aeroporti. Chiamiamolo ‘diritto alla mobilità’, non chiamiamolo più modello di continuità territoriale. Ridiamo dignità alla politica con un ruolo di responsabilità dove la parte pubblica deve essere un soggetto attivo”. Per i consumatori sardi, residenti e non, dunque è sempre più difficile viaggiare ovunque, senza limiti. La percezione resta comunque quella dell’essere consapevoli di aver diritto a viaggiare e di farlo nel migliore dei modi. “Qualcuno si è dimenticato che viviamo in un’isola e che non abbiamo possibilità per spostarci, se non in aereo o in nave. Chi governa deve dare l’opportunità al popolo sardo di poter viaggiare – ha detto Giuliano Frau – Il consumatore se deve ottenere il giusto ristoro non riesce ad averlo perché le norme sono talmente laboriose che diventa inutile parlare di diritti del viaggiatore. Con alcune compagnie abbiamo contenziosi infiniti. La percezione è che ci sia un sistema pubblico fallimentare. La nostra associazione sta crescendo, oggi conta 3.922 associati, specchio dei tempi difficili e dei disagi che stiamo attraversando, e di tante persone che hanno deciso di far sentire la propria voce”. Un esempio vincente e concreto di messa in rete tra istituzioni e portatori di interesse anche per il miglioramento dei collegamenti aerei lo ha portato infine Isabel Vera, nel breve collegamento via Zoom. “Si tratta di un progetto internazionale per collegarci con le isole dell’Europa, per promuovere i nostri valori e modelli. È un tema di cui non dobbiamo stancarci mai di parlare. Sfruttiamo i problemi perché il nostro diritto insulare emerga, e importante fare promozione e gemellaggi, per crescere. Promuovere la cultura del territorio e le sue eccellenze. Non solo spiaggia e svago, ma tutta la ricchezza straordinaria che hanno le isole, a partire dal turismo sostenibile e interculturale, soprattutto d’inverno”. È tempo di prendere le misure necessarie per rimuovere gli svantaggi derivati dall’insularità, questa sconosciuta nonostante le modifiche in Costituzione, e di portare proposte concrete per la mobilità aerea dei sardi, che possano viaggiare ovunque, senza limiti.