Il fortunato ritrovamento di un manoscritto ha recentemente permesso di arricchire, con notizie im-portanti provenienti da fonti di prima mano, la già apprezzabile memorialistica relativa alla Brigata Sassari durante il suo impiego nel corso della Grande guerra. Il prezioso manoscritto, realizzato dal Capitano Giulio Parmigiani di Piacenza, Ufficiale della Brigata Sassari durante il Primo conflitto mondiale, che riporta le sue memorie, è stato custodito dalla famiglia alla scomparsa dell’Autore avvenuta nel 1974, presenta una certa importanza per la memoria collettiva dei sardi.
Nel testo sono inserite diverse fotografie scattate dall’Autore, divenuto «possessore di una macchina fotografica Kodak 8-101/2 che mi seguì fedelmente per tutta la guerra» e preziosi documenti che il “sassarino” ha voluto lasciare «non per vanità ed ostentazione ma perché un giorno i miei figli e i miei nipoti saranno presi dalla curiosità di sapere qualche cosa di quanto fece il loro papà e il loro zio». Parmigiani racconta le sue vicende con uno stile sobrio e preciso; nelle tante pagine intrise di lacrime e sangue, abnegazione e dovere vanno di pari passo.
I Ricordi di Giulio Parmigiani rivestono un ruolo particolare nel campo della memorialistica relativa ai Dimonios, per cui vanno inquadrati insieme alle altre celebri opere di memorie realizzate da testimoni
oculari delle vicende, quali Emilio Lussu, Leonardo Motzo, Giuseppe Tommasi, Alfredo Graziani e Sardus Fontana.
Il manoscritto viene donato dalla nipote Maria Rosa alla Biblioteca Comunale “Passerini-Landi” di Piacenza. Nel corso di uno stage universitario, sul finire del 2019, grazie a un casuale e fortunato incontro con Beatrice Silva e una docente di Linguaggio del Giornalismo, Giuliano Masola, che già si stava occupando di ricerche sulla Grande guerra, viene a conoscenza del manoscritto. Accesa la scintilla, dal 2019 al 2023, in collegamento con Anna Riva dell’Archivio di Stato di Piacenza e Massimo Baucia della “Passerini Landi”, avviene la trascrizione del documento, sulla base di una prima versione fotografica, con relativi approfondimenti. In particolare, Leonardo Benedusi effettua una nuova riproduzione fotografica digitalizzata del diario. La stampa e pubblicazione è avvenuta nel Settembre 2023.
La presentazione del libro
Il 1° dicembre scorso sì è tenuta a Parma, presso la Casa della Musica, col patrocinio del Comune di Parma e di quello di Piacenza la presentazione del libro Giulio Parmigiani “sassarino di Piacenza (1915-1918), curato da Giuliano Masola. All’evento hanno partecipato l’Avv. Lorenzo Lavagetto, Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Parma, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Col. Andrea Pagliaro e dal Ten. Col. Pasquale Orecchioni, Direttore del Museo della Brigata “Sassari”, che ha portato i Saluti del Comandante, Generale di Brigata Stefano Messina.
La presentazione del volume nel corso dell’evento è stata curata dal Dottor Andrea Cattabiani che, mettendo in campo le estese competenze sulla società italiana nel conflitto, approfondite per anni anche sui luoghi stessi delle vicende, ha tratteggiato il mondo mentale dei giovani studenti come Giulio e le peculiarità delle sue memorie.
Giuliano Masola, che fa parte del Gruppo di Ricerca sulla Grande guerra dell’Università di Parma e ha organizzato la presentazione, si è soffermato sugli aspetti più strettamente legati alle vicende del manoscritto e sull’importanza dei Ricordi di Parmigiani come fonte, poiché possono offrire diversi spunti per la ricerca e coglierne l’aspetto formativo.
Particolarmente significativo è stato il commosso ricordo di Giulio Parmigiani, visto nella sua dimensione più strettamente famigliare da parte di Maria Rosa, la novantenne pronipote che ne custo-disce la memoria.
La presentazione è stata arricchita dalla lettura di alcuni brani tratti del diario, grazie a Silvia Gri-senti, e da brani musicali, anche inediti, eseguiti da Rocco Rosignoli.
Giulio Parmigiani
Il “sassarino” di Piacenza entra come sottufficiale nella neo costituita Brigata già all’inizio della Grande guerra. Fin dall’inizio, i “suoi sardi” del 151° Fanteria lo mettono alla prova, ma lui chiarisce subito chi è chi comanda. Si instaura così un rapporto di fiducia, che porterà lui e i suoi uomini alla vittoria, in particolare, nella conquista della Trincea delle Frasche e dei Razzi. La grinta dei “sassarini” è tale da farli chiamare dagli avversari die roten Teufel ‒ i Diavoli Rossi ‒: un nomignolo destinato alla Storia, che però al momento viene ritenuto offensivo.
L’Altopiano dei Sette Comuni ‒ quell’Altipiano reso famoso da Emilio Lussu ‒, il Carso, Le Melet-te, Monte Fior, Monte Spil, Veliki Kriback e altri, costellati di doline, trincee e caverne, sono il teatro delle eroiche imprese della Brigata. Non è una questione di medaglie, ma di orgoglio e di onore, per Deus et su Re. A Parmigiani, per il suo eroismo, vengono concesse due medaglie di bronzo al valore, ma ciò che più importa per lui è combattere con sempre più determinazione gli avversari per giungere il più rapidamente possibile alla fine del conflitto. Con Giulio, al fronte c’è il fratello Stefano, impegnato come medico negli ospedali da campo, col quale riesce a incontrarsi.
Tornata la pace, Giulio, come il fratello, si laurea a Parma e diventa dentista. Stefano prosegue le orme del padre: i suoi discendenti gestiscono tuttora la Farmacia Parmigiani a Piacenza, in Piazza Duomo.
Il manoscritto di Giulio Parmigiani risulta diverso e può essere considerato fra i libri di formazione, poiché fa ben comprendere come ogni aspetto della guerra finisca per incidere sul conscio e sull’inconscio di tutti. Soprattutto fa capire come nel futuro dentista crescano i valori “forti” della vita: la fratellanza d’armi, il dovere, lo spirito di sacrificio, il ricordo dei tanti caduti e il profondo amore per la Patria. Il procedere degli eventi cambiano il protagonista dei Ricordi, rendendolo più duro col nemico, che intende colpire senza pietà. La guerra è violenza e disumanizzazione, ma ci può essere sempre un momento in cui l’Uomo prevale.
La Trincea delle Frasche era presa! In questa azione facemmo solo due prigionieri, gli altri furono tutti passati per le armi. Uno dei due prigionieri venne a cadere, sorridendo, morto ai miei piedi; e l’altro già anziano e ferito, venne condotto all’infermeria, dove credo sia poi morto. Un tratto che non scorderò mai: un soldatino nostro vedendolo passare cosi malconcio trasse dal suo tascapane metà della pagnotta e gliela regalò.
È una sorta di viatico, in cui la pagnotta (che ricorda tanto l’Eucarestia) è un mezzo per compiere un viaggio oltre la dimensione fisica, dove il cuore continua a battere e l’anima non muore.
Nella Seconda guerra mondiale, Giulio è richiamato alle armi. Senza tanti problemi si è tolto il camice e ha lasciato lo studio per indossare la divisa, per fare il proprio dovere. Piacenza come tante altre città, è sottoposta a duri bombardamenti, ma lui è al suo posto; sente che presto arriverà la liberazione con la speranza di una nuova Italia. Come quasi trent’anni prima al fronte, è tornato a fare il proprio dovere. Con tutta probabilità, dentro di lui è rimasto il filo rosso che lega il dovere alla libertà; forse questo è il vero lascito di un “sassarino” di Piacenza.
Oh Sardo, Te ‒ negletto ‒
l’Italia che redimi
nei fasti suoi sublimi
Te celebrando va!
Intrepidi ai Perigli
Icnusa crebbe i suoi Figli
con la fedel sua Stirpe
fulgido esempio dà!
(da Canto d’Eroi, di V. Aru, e O. Bolis)
La recente pubblicazione
La pubblicazione, edita dalla Tip.Le.Co. di Piacenza, è stata resa possibile grazie al sostegno della Famiglia Parmigiani. La riproduzione fotografica del manoscritto, visibile attraverso il codice QR presente nel volume, è stata eseguita da Leonardo Benedusi.