Bilancio caratterizzato da luci e ombre quello della XXI edizione della Mostra regionale del Libro “edito” in Sardegna, che ha evidenziato forti e innegabili criticità legate all’impianto della manifestazione. La fiera ha registrato nel complesso una scarsa affluenza di pubblico e visitatori per quanto concerne gli appuntamenti legati al programma degli editori sardi, che rappresenta di fatto il cuore della manifestazione e la ragione di esistere della Mostra. Ciò malgrado, i dati di vendita sono nella media e registrano anzi un lieve incremento dovuto senz’altro al forte interesse del mondo della scuola, che ha aderito convintamente alle iniziative. Queste criticità impongono al coordinamento e alle istituzioni di riflettere sulla necessità di adottare correttivi che restituiscano al principale appuntamento di promozione dell’editoria regionale in Sardegna una forte e consapevole identità e visibilità, e un lavoro realmente comune e sinergico. È certo che per promuovere al meglio questi cambiamenti occorre avere tempi stabili di programmazione e risorse, come il rafforzamento consapevole e convinto in questo senso della cabina di regia, se ci si crede.
Nel corso dell’ultima giornata, insieme al regolare svolgimento degli appuntamenti letterari, è stato promosso un appello alle istituzioni da parte degli editori, che hanno chiesto meno tagli di nastri tricolore a favore di telecamere e più sostegno concreto all’editoria sarda. Questo l’appello lanciato dall’Associazione Editori Sardi in chiusura della XXI Mostra regionale del libro, che si è svolta a Macomer da mercoledì a domenica scorsi con un intenso programma di 26 appuntamenti letterari e la partecipazione di 34 editori da tutta l’Isola. «La percentuale di libri pubblicati in Sardegna rappresenta solo l’uno per cento delle pubblicazioni nazionali, ma è caratterizzata da una forte riconoscibilità, da una “bibliodiversità” che va tutelata e valorizzata. Occorre, quindi, una legge regionale adeguata realmente alle esigenze degli attori della filiera del libro, capace di sostenere davvero le case editrici sulla base di parametri certi e equi», ha evidenziato la presidente AES Simonetta Castia durante un incontro pomeridiano con gli editori.
Salvatore Fozzi (consigliere AES, Edizioni della Torre), ha messo l’accento sulla mancanza di visibilità dei libri sardi nella distribuzione. Un tema importante emerso durante l’incontro è stato quello delle ricadute economiche del settore librario sull’intera economia regionale, che restano spesso sottaciute: le istituzioni non riescono a tenere conto del fatto che l’editoria sarda non è un comparto fine a se stesso, ma potrebbe diventare un volano capace di attivare altre competenze; «se adeguatamente sostenuta, potrebbe dare occasioni di lavoro e di crescita a tanti giovani» ha sottolineato Vanna Fois (Ilisso).
Dario Maiore (Taphros), ha riflettuto sulla necessità di accompagnare il processo di qualificazione degli operatori sardi, aiutando il comparto ad emergere in un panorama nazionale editoriale fatto di grandi numeri. Un altro problema, sentito dagli editori, riguarda alcune modifiche della norma regionale di riferimento, che rischiano di introdurre degli elementi di forte discrezionalità. Giovanni Fara, della casa editrice sassarese Catartica ha sottolineato «l’importanza di fare rete tra case editrici operanti in Sardegna. Questo, però, non basta. Serve una valorizzazione da parte delle istituzioni, che dovrebbero tagliare meno nastri tricolore alle inaugurazioni e dimostrarsi invece più partecipi e attenti alle reali esigenze del settore».