La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, ha emanato il quarto istruttorio negativo su altrettanti progetti di centrali eoliche in Marmilla attualmente assoggettati al prescritto procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.).
Precisamente:
* parere negativo prot. n. 5991 del 19 aprile 2023, relativo al progetto di centrale eolica “Luminu” proposto dalla GRV Wind Sardegna s.r.l. in località varie della Marmilla e del Sarcidano, nel paesaggio agrario-archeologico alle pendici della Giara, nei Comuni di Barumini, Escolca, Gergei, Las Plassas, Villanovafranca, Genoni, Gesturi, Nuragus;
* parere negativo prot. n. 14279 del 12 luglio 2023, relativo al progetto di centrale eolica “Marmilla” proposto dalla società milanese Engie Trexenta s.r.l. in varie località agricole della Marmilla, nei Comuni di Sardara, Villanovaforru, Sanluri e Furtei;
* parere negativo prot. n. 19409 dell’1 settembre 2023, relativo al progetto di centrale eolica “Serras”, proposto dalla società torinese Asja Serra s.r.l. sempre nel paesaggio agricolo della Marmilla, nei Comuni di Sardara, Villanovaforru, Sanluri e Lunamatrona;
* parere negativo prot. n. 27154 del 20 novembre 2023, relativo al progetto “Impianto eolico di Collinas”, presentato dalla Sorgenia Renewables s.r.l., comprendente otto torri eoliche – una delle quali a soli 750 metri dal Nuraghe Genna Maria – (48 MW di potenza complessiva) nei Comuni di Collinas, Villanovaforru, Lunamatrona e Sanluri. Una parte delle opere rientra addirittura nel demanio civico di Collinas.
Assoluto contrasto con i vincoli ambientali e a tutela dei tanti beni culturali del territorio, a iniziare dalla reggia nuragica di Barumini, appartenente al Patrimonio dell’Umanità sotto l’ègida dell’UNESCO, e dal Nuraghe Genna Maria di Villanovaforru.
La Soprintendenza speciale per il PNRR deve ancora esprimersi sul quinto progetto di centrale eolica presentato a fine ottobre 2023, il progetto “Sanluri – Sardara” della Marte s.r.l. (Gruppo ENEL) per la realizzazione dell’ennesima centrale eolica (12 nuovi aerogeneratori, 72 MW di potenza complessiva) con un impianto di accumulo energetico (35 MW di potenza complessiva) nelle aree agricole fra Villanovaforru, Sanluri e Sardara.
Il GrIG ha presentato atti di intervento con “osservazioni” in tutti i rispettivi procedimenti di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), perché un conto è il sacrosanto ricorso alle energie da fonte rinnovabile, tutt’altra cosa è la speculazione energetica e il collegato accaparramento di terreni agricoli (o land grabbing di casa nostra).
Una delle tante follìe della progettata monocoltura eolica che vorrebbero realizzare in Marmilla è ben rappresentata dalla contiguità che diventa addirittura sovrapposizione dei progetti di centrali eoliche.
La Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023).
E questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 318 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023).
Insomma, siamo all’overdose di energia producibile.
Ricordiamo l’esistenza di norme che contribuiscono ad arginare la speculazione energetica.
La delega contenuta nell’art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53 (legge di delegazione europea) sull’attuazione della direttiva n. 2018/2001/UE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili prevede esplicitamente l’emanazione di una specifica “disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualita’ dell’aria e dei corpi idrici, nonche’ delle specifiche competenze dei Ministeri per i beni e le attivita’ culturali e per il turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, e aree non utilizzabili per altri scopi”.
Disciplina a oggi non emanata, sebbene alcune disposizioni precedenti siano recenti, come il Piano energetico regionale della Sardegna 2015-2030 – Individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (deliberazione Giunta regionale n. 59/90 del 27 novembre 2020).
In attesa della pianificazione delle aree idonee e non idonee, l’art. 6, comma 1°, del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in relazione all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata individuata una “fascia di rispetto … determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici”.
Successivamente, con l’art. 47, comma 1°, del decreto-legge n. 13/2023, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 41/2023, la fascia di tutela è stata ridotta a “tre chilometri” per gli impianti eolici e a “cinquecento metri” per gli impianti fotovoltaici.
Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.