La Dinamo aveva bisogno di una notte così, di una grande iniezione di fiducia, di una partita tirata, giocata allo strenuo e vinta meritatamente con l’apporto di tutti, con la difesa, aiutandosi, buttandosi per terra, arringando lo splendido pubblico sardo presente a Ludwigsburg. Ecco che quando si inizia a trovare la quadra cambia tutto, la protezione del ferro, l’aggressività, la fiducia a rimbalzo e la circolazione in attacco. Nel giro di 48 ore sembra un’altra squadra, ma c’è la polizza Bucchi a garanzia, polizza lavoro garantita, le parole del presidente non sono state un caso e sono arrivate proprio nel momento giusto, giocatori avvisati e reazione di un gruppo di ragazzi che ci tengono, lottano e combattono per vincere.
Ne esce un match durissimo in avvio, cambiato dalla stoppata di Gombauld sul 10-2, il francese educato che sorride a tutti, dalle maniere gentili, a volte troppo buono, che da tre settimane a questa parte fai dei salti in avanti pazzeschi come modo di stare in campo, come concentrazione, come presenza. Le mani sono pregiate, braccia che arrivano ovunque, la partita di ieri è un biglietto da visita del suo lavoro negli ultimi due mesi, perché le schiacciate, i rimbalzi strappati e le stoppate non le avrebbe mai fatte. La Dinamo resiste alle folate tedesche, pressa la palla, aggredisce il pick and roll, difende benissimo sullo short – roll dei lunghi e non lascia canestri facili. Nasce un primo break firmato da Tyree che è la scheggia impazzita in senso positivo, cambia ritmo, prende vantaggio, coinvolge i compagni, a volte va fuori giri, sbaglia la schiacciata del + 10, anche lui però è un’altra cosa rispetto alle ultime partite, con la cazzimma come direbbe capitan Gentile. In un sistema che funziona, Kruslin ritorna ad essere un devastante giocatore di sistema che difende, usa le uscite e ti ammazza con i piedi per terra, lui è l’equilibratore del quintetto. In un sistema che funziona si esalta anche McKinnie che era l’agente speciale in missione nel quintetto di Golden State, adesso si ritrova dall’altra parte dell’oceano in un basket che non aveva mai conosciuto, non c’è la regola dei 3 secondi, contano i falli, lui deve essere sul pezzo, la persona è super, il ragazzo ci tiene e capisce, rimbalzi con l’ascensore, tiri da 3 punti in momenti chiave, difesa tosta.
L’ultimo quarto è lo specchio di quando vuoi a tutti i costi vincere, vai a +14, subisci la rimonta degli avversari, nel momento di maggior emergenza ecco che arrivano i salti incredibili di McKinnie a rimbalzo, le stoppate di Gombauld e le giocate di Whittaker, quello che non poteva circolare, 79-82 la palla più pesante del match, la gioca lui, si muove solo la retina, tutti a casa.
Una partita non certifica l’assoluto cambiamento ma indica la strada, non è una squadra di giocatori da tagliare, non è una squadra che non ce la mette tutta, è una squadra in ritardo che sta diventando squadra. Trento, in questo momento, è la peggior avversaria che potesse capitare, in striscia, forte, profonda, convinta, una vittoria sarebbe un grandissimo colpo, ma già arrivarci dopo una prestazione del genere lascia la sensazione di poterci provare veramente.
Fonte: Ufficio Comunicazione Dinamo Banco di Sardegna