Sassari. Parte con un bel successo la ventiquattresima edizione della rassegna “Voci di donna”: ieri il teatro Verdi di Sassari ha ospitato l’omaggio a Edith Piaf – in occasione del 60esimo anniversario della scomparsa dell’icona della chanson francese – con la voce di Anna Maria Castelli e l’orchestra d’archi Teatro e/o Musica. Uno spettacolo che ha permesso di immergersi nelle atmosfere e nel mondo di Edith Piaf grazie all’interpretazione di brani che rappresentano la voce stessa della Francia. Brani che hanno avuto eco internazionale come Les amants d’un jour, conosciuta anche come Albergo a ore, nella versione italiana realizzata da Herbert Pagani, o da Mon manège à moi interpretata da Anita Traversi (nota come la Mina della Svizzera italiana) con il titolo Tu mi fai girar la testa.
“Edith Piaf, attraverso la musica delle feste popolari, si è fatta promotrice di argomenti considerati fino ad allora tabù – ha spiegato la cantattrice Anna Maria Castelli – come l’amore fuori del matrimonio e il suicidio.” Molte le questioni trattate nei testi interpretati dall’icona della musica francese; non solo amore e gioia ma anche temi di rilevanza sociale quali la tragedia della guerra – purtroppo sempre attuale – e la difficoltà del continuare a vivere dopo un forte dolore.
Lo spettacolo è proseguito con altri pezzi di storia della chanson quali Les feuilles mortes, Milord e Je n’attends plus rien. Brani non solo interpretati ed eseguiti in maniera eccelsa dall’orchestra e dai tre solisti – Graziano Solinas alla fisarmonica; Antonio Pitzoi alla chitarra e Tony Chessa al flauto – ma anche presentati nella loro parte più terrena, perché Edith Piaf si appassionava talmente tanto ad alcune canzoni da farle proprie.
Lo spettacolo che ha trasformato, per una sera, il Verdi in un music-hall parigino si è arricchito di riflessioni e curiosità che hanno anticipato l’ascolto di alcuni brani come Mon Dieu o Non, je ne regrette rien, L’accordéoniste. Spazio anche al silezio, ai soli titoli annunciati e seguiti dalla musica. “Perché a volte ci pensano le canzoni a parlare e a suonare”, ha spiegato Anna Maria Castelli.
L’orchestra d’archi di Teatro e/o Musica diretta da Gavino Mele ha condotto il numeroso pubblico in sala in un viaggio a ritroso di oltre cinquant’anni nella storia e nelle storie narrate da Edith Piaf. Tanti gli applausi e le risate scaturite dalla spontaneità della cantattrice, capace persino di risolvere con ironia un increscioso suono disturbante – il ripetuto drin di una sveglia proveniente da un cellulare tra il pubblico – senza compromettere l’atmosfera dello spettacolo. Dopo i saluti e i ringraziamenti un doveroso bis. L’orchestra intona l’inconfondibile armonia de La vie en rose, senza dubbio il brano più noto di Edith Piaf, tenuto vivo nella memoria anche grazie ad interpretazioni più recenti: da segnalare quella di Zaz, considerata, non a caso, la discendente dell’icona della musica francese.
La rassegna “Voci di donna” proseguirà lunedì 13 novembre con l’attrice Pamela Villoresi che, accompagnata dal piano di Marco Scolastra, sarà protagonista di un recital tra parole e musica dedicato a un mito del teatro: Eleonora Duse.
Daniela Piras