Di energie rinnovabili si parla molto spesso, ultimamente. Le discussioni attorno al tema mettono in evidenza luci e ombre del green business. Riportiamo, al riguardo, le dichiarazioni dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico:
«Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin afferma che in Sardegna si dice solo “no” alle richieste di nuove centrali elettriche da fonti rinnovabili e invita alla ragionevolezza. Giusto, ragionevolezza. Siamo d’accordo. Però siamo noi a invitar lui ad avere ragionevolezza in materia, perché non si possono massacrare ambiente, storia, cultura, casse pubbliche solo perché non si vuole aprire gli occhi.
Infatti, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 30 giugno 2023 risultavano complessivamente ben 718, pari a 56,08 GW di potenza, suddivisi in 450 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 21,01 GW (37,47%), 238 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 15,07 GW (26,88%) e 30 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 20,00 GW.
56,08 GW significa più di 29 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).
Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti. Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.
Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.
Il Ministro Pichetto Fratin è ancora in tempo per aprire gli occhi e siamo ancora in tempo per cambiare registro. In meglio, naturalmente.»