Cagliari. Per il 60° anniversario della tragedia che causò la morte di quasi 2000 persone, lunedì 9 ottobre, singoli artisti e collettivi saranno protagonisti di un progetto di sensibilizzazione sulla fragilità del nostro territorio e sulle catastrofi climatiche e ambientali.
Marco Paolini chiama, il Cada Die Teatro e altri 200 tra artisti e compagnie teatrali italiane rispondono. Sono trascorsi 60 anni dal disastro del Vajont e 30 dal monologo di Paolini che fece conoscere al mondo la tragedia del 9 ottobre del 1963 che portò alla morte di quasi 2000 persone. I protagonisti della scena italiana parteciperanno in contemporanea a un evento organizzato con La Fabbrica del Mondo, “VajontS23”, che dalla traccia del monologo del drammaturgo veneto si trasforma in un’orazione corale di teatro civile.
Se nel racconto originale sul Vajont si narra di acqua e alluvioni, il Cada Die Teatro integrerà quella storia con i fatti legati alla nostra Isola, richiamando sì l’acqua, ma anche il fuoco e gli incendi. La compagnia cagliaritana aderisce con una serata di laboratorio aperta agli allievi della scuola di arti sceniche La Vetreria che assisteranno all’azione corale “Comare Abba, cumpare Fogu” di e con Pierpaolo Piludu e Mauro Mou. Sul palco anche Alessandro Mascia, Francesca Pani e Silvestro Ziccardi, autore delle musiche con Matteo Sanna. Le luci sono di Giovanni Schirru. Sarà l’occasione per rammentare quanto accaduto nell’ottobre del 1951 nei paesi di Gairo e Osini, a Capoterra nel 2008 e, più recentemente, nel 2021 nel Montiferru. Ma sarà soprattutto un modo per stimolare l’attenzione verso un necessario cambiamento di passo nelle politiche di gestione del territorio.
Durante l’esibizione, alle ore 22.39, orario in cui la frana si staccò dal monte Toc, in tutti i teatri aderenti, le esibizioni si fermeranno per lasciare spazio al suono delle campane della chiesa di Longarone che la furia dell’acqua portò via dal campanile del paese. Nella stessa serata verranno realizzati tanti video quante sono le performance, che sarà possibile vedere nelle giornate successive sul sito de La fabbrica del mondo. Non si tratta di una semplice operazione della memoria. Al contrario, l’obiettivo è quello di accendere un grande faro collettivo sulla crisi idrica e sul rischio idrogeologico che minacciano il nostro Paese. Partendo dalla riduzione di quel testo ad opera sempre di Paolini, in collaborazione con Marco Martinelli, si è lavorato ad attualizzare il racconto, riferendolo all’oggi e alle tante fragilità del territorio italiano. Il progetto prevede che in contemporanea, artisti e compagnie teatrali aderenti, il 9 ottobre, portino in scena racconti di storie che, a causa di superficialità e ignoranza, hanno lasciato ferite gravi modificando assetti dell’ambiente, vite nelle valli, nelle città, nei quartieri o in interi paesi. Info su www.lafabbricadelmondo.org
Si ringraziano per il prezioso contributo al testo “Comare Abba, cumpare Fogu”, Gianluigi Bacchetta, Franco Carboni, Giuseppe Mariano Delogu, Silvana Mulas, Angelo Piras e l’associazione Ide@s.