“Ho dovuto subire troppe umiliazioni da colui che dovrebbe essere un Promotore di Giustizia e che nella sua requisitoria, anziché prendere atto delle verità emerse dal dibattimento, ha preferito la strada dell’offesa”. A dichiararlo, in merito al processo che lo vede coinvolto, il Cardinale Angelo Becciu.
“L’impegno per salvare una suora missionaria rapita, portato avanti su mandato del Santo Padre, è stato macchiato da parole irriferibili”, prosegue il Cardinale.
“Per non parlare del lavoro svolto da mio fratello falegname per la Nunziatura in Angola: mi inviò due porte e un piccolo armadio per la sagrestia! Questo tutto il suo lavoro”.
“Altrettanto farneticanti sono state le sue teorie sul mio rapporto con la Diocesi di Ozieri. La sua persistente accusa tuttavia è che io sarei colpevole di peculato per aver inviato la somma di 125.000 euro a una diocesi colpevole soltanto di essere legata alle mie origini. Per due anni ho dovuto sopportare l’accusa infamante che tali somme avessero in qualche modo avvantaggiato mio fratello Antonino. Ho sempre respinto quest’accusa perché totalmente infondata, lo dicono i documenti, lo hanno detto i Vescovi Sanguinetti e Melis, venuti appositamente a testimoniare in Tribunale. E’ stato accertato che 25 mila euro sono stati utilizzati per il panificio della Cooperativa Spes di Ozieri e che i 100.000 euro sono ancora nel conto bancario della Caritas in attesa di essere utilizzati per la costruzione della cosiddetta Cittadella della Carità”, spiega Becciu.
“Nei sette anni in cui ho svolto il mio mandato di Sostituto, ogni anno firmavo decina di finanziamenti prelevati dal Fondo Obolo per scuole, ospedali, chiese, cooperative e vari progetti sociali. Solo il finanziamento alla Caritas di Ozieri ha attirato l’attenzione degli inquirenti e solo la mia lettera al Direttore di quella Caritas, inviata su richiesta del Vescovo di Ozieri, è stata oggetto di incriminazione. Non ne capisco il motivo, eppure ad altre entità sono state spedite somme maggiori di questa e i magistrati non hanno avuto di che dire”.
“I controlli effettuati dagli inquirenti sul conto bancario mio e di mio fratello non hanno trovato un soldo irregolare. Nessuno dei miei familiari si è arricchito. Ciascuno ha continuato a vivere del suo modesto lavoro. Io sono fiero di aver aiutato la Cooperativa Spes spedendo 50 mila euro dal mio conto personale per sostenere un’attività che dà lavoro a 70 dipendenti e sono altrettanto fiero di aver spedito dall’Obolo 100 mila euro alla Caritas per costruire una casa che migliorerà il servizio ai poveri”, evidenzia il Cardinale.
“Non mi abbatteranno e non mi distruggeranno gli attacchi indiscriminati e rancorosi che vengono spacciati come atto di giustizia. Sono certo che il Collegio dei Giudici riconoscerà la mia innocenza. Continuerò ad andare a testa alta e con la coscienza a posto, fiero di aver contribuito ad opere di solidarietà e carità nella mia Sardegna”, conclude il Cardinale Becciu.