Nella tarda serata di venerdì 21 luglio, la Motovedetta CP 291 della guardia Costiera turritana al Comando del Primo Maresciallo Np Mariano ATZENI, ha fatto rientro al suo tradizionale punto di ormeggio presso la banchina della Capitaneria di porto di Porto Torres al termine di un lungo periodo di missione nel canale di Sicilia, teatro operativo dell’operazione FRONTEX sul controllo dei flussi migratori irregolari nel Mediterraneo.
Ad accogliere i militari, molti dei quali non nuovi a questo genere di rilevanti missioni, erano presenti il Comandante della Capitaneria di porto, Capitano di Fregata (CP) Gabriele PESCHIULLI insieme ai suoi principali collaboratori, e i familiari dei 9 membri d’equipaggio, compresi alcuni bambini in tenera età, ansiosi di riabbracciare i propri cari dopo un distacco di oltre 2 mesi.
Dopo aver mollato gli ormeggi il 12 maggio scorso e aver raggiunto due giorni dopo l’Isola di Pantelleria, porto di assegnazione durante la quasi totalità della missione, l’equipaggio della CP 291 ha percorso 2504 Miglia nautiche nel Canale di Sicilia, in condizioni meteo marine spesso sfavorevoli, prestando assistenza a 820 migranti, tra cui 156 donne e minori, spesso salvati mediante recupero diretto da mezzi non idonei ad affrontare un peggioramento delle condizioni meteomarine durante la traversata dal Nord
Africa verso le coste siciliane.
La M/V CP 291 è stata scelta per questo delicato compito per le sue caratteristiche tecniche: si tratta di un pattugliatore d’altura, lungo 25 metri, capace di un’autonomia di circa 1.000 miglia e dotato dei più moderni e sofisticati sistemi elettronici fra cui radio, “videocamere” optroniche e radar di scoperta navale per l’impiego ad ampio raggio nei teatri operativi nazionali ed esteri.
All’arrivo in porto, il Comandante PESCHIULLI ha espresso al Primo Maresciallo Atzeni e a tutti i membri dell’equipaggio parole di vivo apprezzamento per l’intensa attività svolta in un settore strategico del Mar Mediterraneo, per aver saputo coniugare competenza marinaresca e impegno indefesso e per il contributo offerto all’obiettivo di rafforzare la capacità di sorveglianza delle frontiere unionali rispetto ai flussi migratori.