Il porcetto, una delle specialità più tipiche della Sardegna, potrebbe avere in un prossimo futuro un marchio Igp. Un passo decisivo verso la protezione di questa eccellenza con l’Indicazione geografica si è compiuto a Macomer con la costituzione ufficiale del Comitato promotore che dovrà portare alla nascita del Consorzio, prima, e del marchio Igp, poi, per certificare il prodotto sardo. Un percorso lanciato da Coldiretti Sardegna che, attraverso un processo inclusivo, ha unito tutta la filiera in questi mesi per affinare il disciplinare e gettare basi solide per la creazione del maialetto Igp.
PERCORSO. L’idea di far nascere una Igp per il porcetto era partita nel 2019 con la proposta di Coldiretti Sardegna di avviare un percorso di creazione di una filiera e un Comitato promotore che rispondesse all’esigenza di far trovare pronto il settore al momento della fine dell’embargo sulla Peste suina africana. Adesso si compie un passo decisivo per arrivare a raggiungere l’obiettivo di dare una tutela maggiore al porcetto sardo evitando confusione nei consumatori considerato che sempre più spesso, in molte parti della Sardegna, vengono venduti maialetti provenienti da oltre Tirreno ma spacciati come sardi.
COMITATO. Il Comitato promotore è stato costituito a Macomer dopo il percorso he ha fatto tappa in tutte le province della regione per condividere il progetto promosso da Coldiretti Sardegna e i contenuti del futuro disciplinare. Il Comitato è guidato dal presidente, Giorgio Demurtas e dalla vice Chiara Francesca Manca, con i componenti: Tonino Siotto, Luciano Nieddu; Pierluigi Mamusa; Martino Scanu; Raffaele Mureddu e Francesco Forma.
COLDIRETTI. Per la creazione della filiera e del Comitato promotore è stata in prima fila la Coldiretti Sardegna: “Abbiamo aperto un percorso condiviso a tutto il settore e alle altre associazioni e adesso andremo avanti con la richiesta di Statuto e di riconoscimento ufficiale che verrà presentata nelle prossime ore sia all’assessorato dell’Agricoltura che al ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare – sottolinea Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna – sarà importante sia per fare rete e creare una filiera che tappa valorizzarlo e promuoverlo – conclude Cualbu – ma soprattutto di intensificare l vigilanza ed evitare che i porcelli allevati fuori dall’isola siano scambiati per sardi. C’è grande soddisfazione per gli allevatori che, adesso, confidano che la politica in tempi stretti dia l’ok ufficiale per istituire poi il Consorzio”.
PORCETTO IGP. Nel disciplinare, tra l’altro , si prevede che il porcetto Igp dovrà essere nato e allevato in Sardegna e si prevedono tre fasce di peso, il porcetto da latte (tra i 5 e 10 chili), il porcetto leggero (10 – 15 chili) e il porchettone (da 15 e 25 chili). Al percorso ha partecipato anche il Comitato scientifico coordinato da Alessandro Mazzette. “abbiamo lavorato alla stesura di un disciplinare di produzione che potesse raccogliere le istanze presentate dai produttori di tutta la Sardegna – sottolinea – oggi abbiamo raggiunto un obbiettivo importante trovando la sintonia che negli ultimi decenni è mancata in questa filiera – conclude – siamo consapevoli che questo sarà percorso virtuoso e darà un valore aggiunto non solo alla filiera del suino ma a tutto il nostro territorio”. Importante è stato anche il contributo dell’Università di Sassari con il professor Gianni Battacone. “L’identificazione dei suinetti nati e allevati in Sardegna è uno strumento potenzialmente straordinario a disposizione degli operatori della filiera suinicola regionale che intendono investire per consolidare sul mercato uno dei più importanti prodotti della cultura culinaria della Sardegna – dice – il conseguimento dell’Igp per il porcetto di Sardegna consentirà di tutelarne gli standard qualitativi e di fornire ai consumatori le garanzie sul rispetto del disciplinare di produzione e quindi di guidarne le sue scelte al consumo”.