Secondo i dati dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, nel 2022, per il secondo anno consecutivo, la produzione di spumanti italiani ha sfiorato il miliardo di bottiglie, attestandosi sui 978 milioni. Si tratta di un dato che segna un leggero incremento (+4%) rispetto al boom del 2021. A farla da padrone sono gli spumanti veneti con oltre 683 milioni di bottiglie prodotte, seguiti da Piemonte (72 milioni), Lombardia (24 milioni), Trentino ed Emilia-Romagna, a riprova che i vini con le bollicine vengono prodotti (e consumati) soprattutto al Nord.

Come di consueto negli ultimi anni, a trainare il settore ci pensa il Prosecco, che rappresenta il 44% del mercato in quanto a volume di vendite, con una crescita dal 13% rispetto all’anno precedente. Il Prosecco oggi è lo spumante più popolare al mondo e vende più bottiglie all’anno dei celebri Champagne e Cava messi insieme. E mentre un tempo questo vino era noto solo come vino da aperitivo economico, generalmente di bassa qualità, oggi i produttori della DOCG Conegliano Valdobbiadene sono in grado di elaborare vini di grande finezza ed eleganza.

Alla base della piramide della qualità troviamo il Prosecco DOC, spumante prodotto in gran parte della provincia di Treviso, in Veneto, e nel Friuli-Venezia Giulia. Le due DOCG di qualità superiore, con i loro particolari clima e terroir distinti, sono invece quelle di Asolo e di Conegliano-Valdobiaddene, che a sua volta ragguppa al suo interno 15 diversi comuni che si trovano a cavallo tra queste due cittadine, con la collina di Cartizze che rappresenta il cru più famoso ed ambito della regione.

Nelle zone collinari e terrazzate nei pressi di Conegliano l’uva Glera che sta alla base del Processo viene coltivata fin dall’epoca romana. Allora i vini venivano imbottigliati fermi o leggermente frizzanti. I prosecchi decisi e con le bollicine che conosciamo oggi hanno fatto la loro comparsa verso la fine del XIX secolo, con l’invenzione del metodo Charmat, con il quale il vino entra in serbatoi di acciaio inossidabile per la sua fermentazione secondaria. Questa innovazione ha portato oggi il Prosecco a diventare lo spumante più venduto al mondo, con oltre 700 milioni di bottiglie vendute ogni anno tra spumanti DOC e DOCG.

La regione vinicola del Prosecco è stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019, alzando la posta in gioco attorno alle iniziative ambientali ed enoturistiche per la regione. “Abbiamo la responsabilità di evolverci, di creare un futuro forte e sostenibile per il Prosecco”, afferma Elvira Maria Bartolomiol, presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

La buona notizia per gli appassionati di bollicine è che il Prosecco si sta evolvendo, e in meglio. Quella che una volta era una scelta economica, sta diventando una categoria multistrato con vini ricchi di sfumature e di carattere, tutti relativamente convenienti da gustare. L’enoteca DiemmeVini, ad esempio, propone decine di etichette di Prosecco nel suo catalogo online con un occhio di riguardo in particolare per i produttori più rinomati come Borgo Molino, Mionetto, Astoria e Andreola.

Gli aromi di questi vini sono generalmente caratterizzati da note fruttate, con sentori di mela verde, pera e agrumi. Uno dei tratti distintivi è la sua spuma vivace e rinfrescante. Durante il processo di produzione, le uve vengono raccolte manualmente e delicatamente pressate per ottenere il mosto. Questo viene quindi fermentato in autoclave, un ambiente controllato che permette al vino di sviluppare la sua leggera effervescenza. Il risultato è un vino dalle bollicine fini e persistenti, che conferiscono al Prosecco una piacevole sensazione di freschezza in bocca. La freschezza del vino si abbina perfettamente alla sua leggera dolcezza, creando un equilibrio armonioso che lo rende versatile in abbinamento ai cibi. Il Prosecco si presta ad essere servito come aperitivo, ma può anche essere abbinato a piatti leggeri, come antipasti a base di pesce, insalate o formaggi freschi.