Sassari. A 20 anni dall’ultimo grande evento allo stadio Brian Molko e Stefan Olsdal pronti a infiammare il “Vanni Sanna”
Insula Events accetta la sfida lanciata dall’Amministrazione comunale e ri-porta la grande musica globale in Sardegna: il ritorno dei big events in città con i Placebo, 29 anni di carriera, 14 milioni di dischi venduti, a Sassari il 01 agosto 2023, h 21.30
“Never Let Me Go” è l’ottavo ed ultimo disco dei Placebo: una flotta da 13 tracce (17 nella versione deluxe) potente e imponente, lanciata alla conquista dei festival, degli stadi, dei grandi palasport, dei big events di livello planetario e capace di far saltare le platee del mondo intero con un repertorio ultra ventennale e la devastante hit “Bautiful James”
Dall’incrociarsi di due volontà nasce questa incredibile sfida griffata Insula Events
La società sassarese operante nel settore grandi eventi scommetteva su un’Isola e su un palcoscenico capace di ospitare le grandi star deflagrante musica italiana e internazionale
L’Amministrazione comunale puntava a riportare Sassari sulla mappa delle grandi manifestazioni, sulla rotta dei grandi concerti estivi, sulla scia di un passato ormai troppo lontano per non sfumare lontano all’orizzonte dell’estate 2023. Ed è in risposta a questa spiccata volontà manifesta che i Placebo porteranno il loro sound al “Vanni Sanna”, impianto che in considerazione dei lavori sulla tribuna coperta sarà testato a capienza ridotta (verranno utilizzate solo alcune porzioni dello stadio) ma nel rispetto dei canoni di un grande evento di caratura internazionale.
Quasi 20 anni dopo il Vanni Sanna ri-apre le sue porte al pubblico
Quasi 20 anni dopo un palco sarà lo sfondo sulla scena dello stadio sassarese
Per la prima volta nella storia i Placebo saranno catapultati dall’Europa e dall’America su Sassari.. nulla sarà più come prima.
Vendite aperte sul circuito TicketOne e BoxOffice. Posto unico parterre 60 euro + prevendita; gradinata numerata 78 euro + prevendita. Saranno disponibili al pubblico 5mila biglietti.
Uno è nato in Belgio, l’altro in Svezia. Si sono conosciuti a scuola in Lussemburgo. Sono due quarantenni britannici di South London, Brian Molko e Stefan Olsdal. Nel 2024 saranno 30 anni che scatenano le folle fronte palco con un sound fluido, impattante, inimitabile e riconoscibile fra voci suadenti, testi ruvidi e ballad avvolgenti, chitarre meravigliosamente distorte e una pulizia del suono che mantenendo intatta la forza del live rasenta la perfezione del digitale. Eleganti e austeri, androgini, carismatici e disturbanti. Guardano al mondo e lo raccontano senza filtri in tutti i suoi errori e orrori, la bellezza della natura e la sua resilienza, la responsabilità e il futuro.
“Too Many Friends”, “Song to Say Goodbye”, “The Bitter End”, “Pure Morning”, “Special Needs”, “Special K”: canzoni da playlist dominatrici delle classifiche mondiali.
In Sardegna i Placebo sono passati all’inizio della loro storia poi sono stati primi attori sulla scena di Glastonbury, Firenze Rock, Mad Cool (Madrid) e Collisioni. Ci sono tornati per girare un ormai epocale video clip fra Mamuthones e la spiaggia di Scivu. Ora tutto accadrà di nuovo.
Dichiara Brian Molko a una nota rivista musicale online: «..magari fra dieci anni mi ritroverete su un’isola con il mio pezzo di terreno, sarò il tizio che si fa la doccia con l’acqua piovana e che coltiva l’orto. Ecco come voglio diventare». Corsi e ricorsi.
Parlano a tre generazioni di fan, ma anche ai goth e ai millennial, agli amanti del rock inglese miscelato a new wave e post punk britannico, agli amanti del mood international di una band che ha calcato tutti i palchi più importanti del globo. Amano i Velvet Underground e David Bowie, PJ Harvey e Björk. Esplodono negli anni novanta, poi non escono più di scena. Condividono il palco – fra gli altri – con i Muse e gli Smashing Pumpkins. Sconvolgono l’Italia del festival di Sanremo
Scrive la popolarissima rivista di musica internazionale Rolling Stone nella sua versione UK: “Si sentivano come scimmie ammaestrate mandate in giro per il mondo a intrattenere il pubblico suonando sempre le stesse hit. Hanno fatto tabula rasa e ora cantano e parlano di un mondo che si sta autodistruggendo, di sorveglianza, del desiderio di scomparire”.