Sassari. Studenti e studentesse a lezione di sostenibilità a Stintino, pescatori equipaggiati con dispositivi digitali per segnalare la plastica in mare, ricercatori impegnati sul campo per risolvere il problema dei rifiuti marini e sperimentazione dell’app “Sea waste finder” avviata: sono solo alcuni dei primi risultati del progetto dell’Università di Sassari contro il marine litter (la dispersione di rifiuti lungo le coste) nell’Area Marina Protetta dell’Asinara, diffusi in vista della “Giornata Mondiale degli Oceani” che si è svolta l’8 giugno.
Nelle scorse settimane, 70 alunni sono stati coinvolti in tre giornate di “Playing and Fishing For Litter (“EMD In My Country 2023”), organizzate all’interno del progetto PO FEAMP 2014-2020 in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Asinara, il Comune e le scuole primaria e secondaria di primo grado di Stintino, l’ASD Isula Fishing Club Sardegna e finalizzate al monitoraggio dei rifiuti marini nella AMP Isola dell’Asinara. Giornate intense per questi bambini e queste bambine di Stintino che hanno ascoltato i racconti dei pescatori e dei subacquei, vere e proprie “sentinelle del mare”, imparato a conoscere il proprio territorio e partecipato anche alla pulizia della spiaggia. Attraverso l’approccio della gamification, questi ragazzi e queste ragazze hanno raccolto, analizzato e classificato diverse tipologie di rifiuti, toccando con mano il significato di questioni cruciali come l’inquinamento, la sostenibilità e la difesa del patrimonio naturale e culturale della propria isola. I materiali prodotti sono stati raccolti per un’esposizione presso la sede del Parco Nazionale dell’Asinara e nel plesso scolastico.
«Abbiamo bisogno di un cambio di rotta culturale per affrontare le emergenze ambientali
che stiamo vivendo: per questo, oggi più che mai dobbiamo partire dalla scuola, dove si sviluppano le competenze per le future sfide e si costruisce la consapevolezza e la responsabilità dei cittadini e le cittadine di domani», ha dichiarato Donatella Carboni, Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari, coordinatrice del progetto.
Lo scorso 11 maggio è stata una giornata di formazione anche per gli stessi ricercatori, coinvolti nell’attività di progettazione e utilizzo dei dispositivi digitali messi a punto con il supporto della società Innovyou, e per i pescatori che ne stanno sperimentando l’uso per geolocalizzare i rifiuti marini e segnalarli in base allo stato (galleggiante, imbarcato, spiaggiato) e per tipologia di materiale.
Sono tre gli strumenti a disposizione: il primo è l’app “Sea waste finder” in questo momento rilasciata in formato beta ma disponibile in seguito a tutti; il secondo è un dispositivo che lavora con tecnologia satellitare permettendo la segnalazione dei rifiuti anche in condizioni difficili che rendono complicato l’uso del cellulare, come assenza di segnale, condizioni del mare disagevoli, infine il software, il cosiddetto “dashboard di amministrazione”, in grado di assicurare una funzione fondamentale nella gestione e nella governance dei rifiuti pescati.
Dall’esecuzione di analisi chimiche per individuare sostanze pericolose su campioni di marine litter, raccolti a mare e a terra, fino alla creazione di un protocollo di monitoraggio e smaltimento e dei rifiuti marini, con particolare attenzione ai processi di economia circolare e a criteri di analisi costi-benefici: sono molteplici i fronti aperti dal progetto “Creazione di una strategia per il monitoraggio del marine litter nell’Area Marina Protetta dell’isola Asinara con il coinvolgimento dei pescatori” promosso dall’Università di Sassari in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Asinara e Area Marina Protetta “Isola dell’Asinara”, l’Università di Ferrara, l’Università di Bucarest, Flag Nord Sardegna, Co.pe.g.a. Società Cooperativa A.r.l di Porto Torres, la cooperativa Pescatori di Stintino e la digital tech agency Innovyou.
In linea anche con gli obiettivi della legge “SalvaMare”, il progetto – avviato dal dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali e dal dipartimento di Agraria, finanziato dal fondo PO FEAMP 2014-2020 – punta a sviluppare sul territorio un approccio partecipativo tra pescatori, enti di ricerca, amministrazioni pubbliche, cittadini, che saranno supportati da strumenti digitali ad hoc e coinvolti in un’attività di monitoraggio, indispensabile per trovare soluzioni sostenibili al problema dei rifiuti marini.