Ormai è un convegno-evento che valica i confini sardi per confrontarsi con la tradizione delle altre regioni italiane. L’edizione numero 13 di “Sestos” ha evidenziato la comunanza stilistica fra Molise e Sardegna nell’abbigliamento tradizionale e nell’utilizzo dei gioielli. Di questo aspetto si è parlato nel Centro per le Arti-Teatro Comunale di Ittiri, durante la serata organizzata dall’associazione Ittiri Cannedu con la direzione scientifica di Gian Mario Demartis.
Antonio Scasserra, già direttore del Musec, Museo dei costumi tradizionali del Molise, considerato attualmente come uno dei massimi studiosi di “costumi” tradizionali e oreficeria popolare, ha destato davvero interesse con la sua relazione dal titolo “Gioielli borbonici sui “costumi” sardi e molisani. Comunanza e produzione”.
Ricco il programma offerto da “Sestos”. Anzitutto l’esposizione di indumenti tradizionali e di nuova confezione, curata da Maria Fadda, del gruppo Il dono delle Janas. E proprio Maria Fadda ha ricevuto il premio “Manos de Oro” per la passione e l’impegno con i quali porta avanti e trasmette l’arte del cucito e del ricamo applicate alla conservazione e divulgazione delle tradizioni del suo paese e della cultura della Sardegna.
Il premio è stato consegnato da Piero Simula di Ittiri Cannedu e dal sindaco di Ittiri Antonio Sau, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Ittiri che sostiene “Sestos” insieme alla Regione Sardegna e alla Fondazione di Sardegna. Da qualche anno l’evento rientra nel cartellone di “Salude & Trigu” della Camera di Commercio del Nord Sardegna.
Le altre relazioni – La conduttrice Maria Caterina Manca ha introdotto le altre relazioni. Gian Mario Demartis ha posto l’accento su “Il busto rigido. Dalle corti europee alla tradizione popolare sarda”.
Noémie Podda, studentessa nel corso di laurea magistrale in “Lingue e Culture della Sardegna” dell’Università di Sassari ha proposto un contributo archivistico nella ricostruzione vestimentaria.
Pier Tonio Pinna ha fatto un excursus sulla moda d’oltremare in Sardegna fra la prima metà dell’Ottocento e il primo ventennio del ‘900.
Graditissimi gli intermezzi musicali offerti dal chitarrista olbiese Marino De Rosas, compositore di brani originali ispirati alla musica popolare dell’area mediterranea e sarda in particolare.