È online il nuovo video musicale del duo Fantafolk, ovvero Andrea Pisu alle launeddas e Vanni Masala all’organetto. Dopo “The sound of silence” di Simon e Garfunkel girato nell’isola di Mal di ventre, adesso è la volta di “Let it be”, uno dei più grandi successi dei Beatles, che diventa “Lassa chi siada”, interpretato per la prima volta dalle launeddas e dall’organetto e registrato tra le rocce di Su Stampu de su Turrunu, tra Seulo e Sadali.
La clip, realizzata dal videomaker Fabio Crobu, è prodotta dalla Fondazione Maria Carta, che ha sostenuto il progetto musicale, e ha registrato decine di migliaia di visualizzazioni già nelle prime ore di pubblicazione (è sulla pagina Facebook “Sardegna” al link https://fb.watch/kGBc_47zqE/).
«La Fondazione continua a promuovere anche le musiche di tutto il mondo attraverso gli strumenti tradizionali e proponendo nei filmati angoli di Sardegna dal fascino straordinario – commenta Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta –. Prima con l’isola di Mal di ventre (dove sono state girate le immagini di “Sound of Silence”), oggi nello straordinario paesaggio di Su Stampu de su Turrunu, con l’immortale brano dei Beatles “Let it be”. Scenari suggestivi che contribuiscono al fascino dell’originale rilettura del duo Fantafolk».
“Let it be” diventa “Lassa chi siada”. Sopravvissuta alla fine dei suoi autori. Anche ai contrasti che quel brano innescò tra di loro. Di più. Entrata a buon diritto tra i motivi immortali della musica della seconda metà del Novecento. “Let it be” fu registrata dai Beatles nel gennaio del 1969 in un periodo di accentuata crisi interna del gruppo di Liverpool. Quando fu pubblicato l’album omonimo loro non esistevano già più e quel disco conquistò il primo posto delle classifiche di vendita negli Usa, in Gran Bretagna e anche da noi in Italia, dove rimase in classifica cinque mesi. Da brano immortale quella sua melodia ben può adattarsi a essere ripresa con un abito sonoro così inedito eppure denso di suggestioni.
È l’ambizione che accompagna la rielaborazione di “Let it be” con l’impiego di due strumenti così fortemente radicati nella musica tradizionale sarda: launeddas e organetto. Ne sono interpreti Andrea Pisu e Vanni Masala, il duo Fantafolk, che così intraprendono una nuova tappa di quel percorso di recupero e nuova metabolizzazione di hit storiche della musica internazionale che avevano avviato con “The sound of silence” di Simon e Garfunkel. Ora la loro “Let it be” diventa “Lassa chi siada”, cioè lascia che sia. Come dire, lascia che il nostro agire quotidiano possa avvenire con serenità e leggerezza.
Accolgono questo elemento essenziale del testo redatto da Paul Mc Cartney senza riaprire vecchie e ardite dispute interpretative su quella canzone, se fosse o meno anche un subliminale messaggio pseudoreligioso. Serenità interiore che può essere alimentata anche da un contesto ambientale che trasuda paesaggi incontaminati, una natura capace di avvolgerti con i suoi suoni più autentici. Là dove si è inserito, quasi in punta di piedi e con discrezione, anche il videomaker Fabio Crobu.
Non a caso le note di launeddas e organetto del duo Fantafolk per questa “Lassa chi siada” si diffondono in uno scenario di straordinaria bellezza, per nulla segnato dalla presenza dell’uomo. L’acqua che sgorga tra le rocce di Su Stampu de su Turrunu, nel selvaggio e isolato habitat tra Seulo e Sadali, con il suo fluire sembra voler accompagnare e accarezzare questa melodia che si offre alla natura. Quasi a voler trovare una fusione di piena armonia tra corpo, mente, ambiente. Con serenità e leggerezza.