Milano. C’è Milano sulla strada del musicista e compositore Daniele Ledda, recentemente tra i protagonisti della manifestazione IndicaMAD – Surreal Sound Festival 2023 di Brescia. Domani (domenica 21 maggio) alle 19 l’artista cagliaritano sarà tra i protagonisti del prestigioso festival Piano City Milano, nato nel 2011, e cresciuto come realtà diffusa capace di coinvolgere istituzioni, artisti, associazioni, reti e partner invadendo piazze, case e spazi non convenzionali del capoluogo lombardo.
Nello scenario dell’ADI Design Museum Daniele Ledda si esibirà con Clavius, famiglia di strumenti auto-costruiti da lui ideata partendo dal concetto di pianoforte preparato di John Cage. Muovendosi tra i suoi tasti e le sue corde, Ledda sperimenterà le possibilità di fusione tra il suono analogico e quello digitale, esplorando le sue sconfinate possibilità in maniera ordinaria e diffusa.
L’appuntamento si inserisce all’interno di un ampio programma che vedrà coinvolti anche Stefano Bollani, Alessandro Baricco, Paolo Jannacci, Danilo Rea, Frida Bollani Magoni, Wim Mertens, Carlo Boccadoro, Bruno Canino, Remo Anzovino e tanti altri.
Per maggiori informazioni consultare il sito ufficiale del festival Piano City Milano e i profili social di Daniele Ledda (Facebook – Instagram)
L’ARTISTA – Daniele Ledda è un artista sonoro, docente, ricercatore che vive e lavora in Sardegna, dove insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari. Dal 2018 è direttore dell’Associazione Ticonzero. È interessato al rapporto con le arti visive, e realizza ambienti sonori per mostre d’arte e installazioni video. Ha al suo attivo numerose composizioni originali per la danza contemporanea. Negli ultimi anni sta esplorando l’esperienza della filosofia nella pratica delle arti contemporanee, attraverso la creazione di lavori che coordinano la scrittura, la parola, la visione e l’ascolto. E’ attivo come solista al campionatore, ed in vari gruppi: Coincidentia Oppositorum, Experimento, Ensemble Spaziomusica, SyntaxError, Spectrasonic, Jetée trio, come compositore, al live electronics e al campionatore. Ha collaborato, tra gli altri, con Marcus Stockhausen, Llorenç Barber, David Moss, HenningFrimann, David Shea, OtomoYoshihide, Marco Cappelli, Marc Ribot, Elliott Sharp, Eric Bogosian, Jim Pugliese.
IL LUOGO – ADI Design Museum–Compasso d’Oro nasce dal recupero di un luogo storico degli anni ’30, utilizzato sia come deposito di tram a cavallo sia come impianto di distribuzione di energia elettrica. Otto fotografi professionisti hanno documentato lo stato degli edifici prima dell’inizio dei lavori, con scatti di grande significato: Paolo Carlini, Paolo Demaldè, Saverio Lombardi Vallauri, Angelo Margutti, Andrea Rovatti, Mauro e Federico Tamburini, Miro Zagnoli. Il museo è stato concepito con l’idea di rinnovare e valorizzare il ricco patrimonio di archeologia industriale come carattere distintivo dell’immobile stesso. Si tratta di una struttura dalla superficie totale di 5.135 metri quadrati, articolata in spazi destinati alle esposizioni, ai servizi (caffetteria, bookshop, luoghi d’incontro), alla conservatoria museale e agli uffici. L’accesso avviene dalla piazza-giardino aperta al pubblico recentemente, intitolata al Premio Compasso d’Oro. Il museo è collocato in un’area ex industriale ad altissimo impatto architettonico e urbanistico ed è al centro di una zona strategica della città. Da un lato si trova il quartiere Paolo Sarpi, la “Chinatown milanese”, da sempre polo multiculturale in grande fermento: un’area totalmente riqualificata e in parte pedonalizzata che è diventata punto di riferimento meneghino, sia per l’offerta dei locali di cucina orientale che per lo street food. Intorno il polo culturale, delimitato dalla Fabbrica del Vapore, lo spazio del Comune di Milano gestito dall’area giovani e Fondazione Feltrinelli, centro di documentazione e ricerca disegnata da Herzog & de Meuron. [fonte: www.adidesignmuseum.org]
Nell’immagine in evidenza, Clavius, credito fotografico di Raffaele Tronci
Nell’immagine qui sotto, l’artista Daniele Ledda fotografato da Sara Deidda