Ha origini nigeriane, è nato a New York, ha cittadinanza italiana e gioca in nazionale ma il campionato lo fa in Germania. Ha solo 21 anni ma già una bacheca ricca di medaglie e titoli, e soprattutto sa cosa vuole: arrivare il più in alto possibile. “I miei sogni sono giocare alle Olimpiadi e magari essere tra i venti giocatori più forti del mondo. Se voglio che siano anche obiettivi devo lavorare duro” confessa John Oyebode, tesserato quest’anno con il Tennis Tavolo Sassari.
Il ventunenne pongista non riposa praticamente mai, si allena, viaggia, gioca. Da quando aveva 12 anni ha iniziato una carriera da professionista. Ha appena concluso i campionati italiani assoluti a Cagliari conquistando tre medaglie: l’oro nel doppio misto con Gaia Monfardini (Tennistavolo Castel Goffredo) e due bronzi, nel singolare maschile e nel doppio maschile con Jordy Piccolin (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre). Prepara già le valigie: Dal 6 al 9 aprile Bosnia Europei Under 21 il mio ultimo anno e spero di lottare per qualche medaglia nel singolo e nel doppio e doppio misto. All’ultimo europeo Under 21 ho preso l’argento in doppio”.
Cresciuto ad Assemini dove la famiglia si trasferì quando non aveva neppure un anno, è figlio d’arte: suo padre Michael è stato un atleta di ottimo livello. Ha vissuto nella Marcozzi Cagliari, poi è stato tesserato per il Prato e ha vinto il primo titolo italiano Under 21 due anni fa. Quest’anno ha concesso il bis con la maglia del Tennistavolo Sassari.
John Oyebode spiega come è avvenuto il suo passaggio al club sassarese: “Uno dei miei migliori amici è Marco Poma, siamo cresciuti insieme alla Marcozzi, lui si trova bene a Sassari, come in famiglia. Poi mi hanno fatto un’ottima impressione sia il tecnico Santona sia il presidente Cilloco che supportano le mie ambizioni di giocare all’estero, quindi è stata una scelta facile e rapida”.
Oyebode gioca nella Bundersliga seconda: “Il livello è molto più alto della A2 italiana, simile alla A1. Per un anno e mezzo ho vissuto in un centro di allenamento vicino Monaco di Baviera, ora sono rientrato in Italia e mi alleno nel centro nazionale di Terni ma voglio continuare in Bundersliga perché il livello mi aiuta a crescere”.
Nel suo calendario ogni mese c’è una manifestazione internazionale: “Dal al 7 maggio ci sono le qualificazioni agli Europei assoluti e a giugno i Mondiali”.
Avere un papà giocatore e allenatore non lo ha condizionato: “Mi hanno lasciato libero di fare le mie scelte. Nei primi anni non volevo che mio padre mi seguisse, ora che sono più grande ho capito quanto è importante avere un padre che ha già percorso questa strada. I suoi consigli? Restare umile, guardare gli altri per imparare, lavorare duro e rimanere concentrato”.