“In 25 anni i birrifici arigianali hanno determinato una rivoluzione culturale nel mondo brassicolo italiano”. A guidare questa rivoluzione è stato Teo Musso, presidente del Consorzio Birra italiano e titolare del birrificio Baladin, il più tecnologico in assoluto, che produce il 98 per cento delle materie prime della sua birra nella propria azienda agricola, che sabato scorso era a Nuoro per il convegno sulle birre artigianali promosso da Coldiretti Sardegna.
“Il lavoro che stiamo portando avanti dal 1996 ha cambiato la percezione della birra che non è più un monoprodotto ma ha tante sfumature aromatiche legate al territorio italiano grazie agli oltre mille birrifici artigianali e alle oltre 15mila etichette” ha spiegato Teo Musso.
Nella sua relazione il mago della birra artigianale ha ripercorso la storia dell’ascesa della birra artigianale che si è sviluppata anche in Sardegna dove sono presenti 44 birrifici artigianali. Dal ’96 al 2005 c’è stato un importante e fondamentale lavoro che hanno notato solo gli addetti ai lavori, la birra artigianale era infatti venduta nel mondo del vino, non c’era un pub che vendeva birra artigianale. Nell’ultimo decennio c’è stato il boom dei birrifici artigianali arrivati al numero record di oltre 1000.
“Adesso si parla di filiera, di un prodotto legato alla terra che stiamo rafforzando e valorizzando con il Consorzio della birra italiana nato nel 2019 grazie alla Coldiretti – ha detto il direttore del Consorzio Carlo Schizzerotto – che intende divenire il punto di riferimento per il settore riunendo tutti i birrifici che sposano la filiera italiana. Abbiamo la capacità di fare sistema oltre che formazione e offrire nuove opportunità”.
Come emerso durante il convegno di sabato dove è intervenuto anche Luca Pretti, ricercatore di Porto Conte ricerche, il più grande esperto di birre artigianali in Sardegna e non solo che sta contribuendo concretamente a far crescere il settore nel territorio regionale.
Le grandi opportunità che offre il Consorzio della birra sono emerse anche a Nuoro come una piattaforma di distribuzione, che si sta già costituendo, che garantirebbe ai birrifici artigianali di tagliare i costi nell’acquisto delle materie prime, oltre a garantire il valore aggiunto di una birra 100 per cento italiana e magari anche sarda come testimonia l’esempio di Marduk, birrificio agricolo di Irgoli che produce oltre il 90 per cento delle materie prime nella propria azienda agricola.
“Coldiretti Sardegna crede nel settore e stiamo lavorando con il Consorzio per unire i birrifici artigianali che sposano la filiera agricola e ascoltare le loro esigenze – ha evidenziato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Stiamo costruendo un percorso di filiera sarda facendo incontrare tutti i protagonisti, da chi coltiva a chi trasforma, e lavoreremo per allargare la produzione di orzo sardo con contratti di filiera. Allo stesso tempo stiamo creando momenti pubblici di festa in cui si faccia squadra tra imprese e si valorizzi la birra artigianale in Sardegna e non solo”.
“È un settore giovane con protagonisti i giovani che stanno dimostrando grande passione – ha detto Battista Cualbu che ha concluso il convegno sabato all’Exmè a Nuoro -. Un settore in ascesa con il quale cercheremo insieme di fare un ulteriore percorso di crescita. Dalla discussione sono emerse diverse opportunità che lavoreremo per mettere in atto coinvolgendo tutti gli stakeholder”.