La preoccupazione delle imprese artigiane della Sardegna per stop a sconto in fattura e cessione crediti. Nell’Isola oltre 300milioni incagliati e a rischio anche l’iniziativa della Regione per l’acquisto di 250milioni di crediti. Lai e Meloni (Confartigianato Sardegna): “In pericolo occupazione e investimenti
nelle costruzioni: il Governo ci ripensi”. Il “sistema casa” sardo: 23mila imprese e 49mila addetti.
“Un provvedimento inaspettato, ingiusto e dannoso, che lascia increduli noi e tutte le imprese artigiane e i professionisti che operano del Sistema Casa della Sardegna. Per questo speriamo in un ripensamento del Governo per evitare ulteriori situazioni di crisi finanziaria alle realtà produttive e un problema di carattere “sociale” per quei committenti che hanno basato la fattibilità dei lavori sulla possibile cessione del credito.
E’ questo il commento di Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni, Presidente degli edili artigiani, sul decreto legge relativo alla cessione dei crediti approvato ieri dal Governo.
“Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema, invece non solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il Governo ha bloccato, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti – proseguono Lai e Meloni – con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con il problema irrisolto dei crediti incagliati, sia con una ingestibilità dei cantieri in corso, il tutto unito a un netto ritorno al 2019 quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da
chi aveva disponibilità economiche per farlo. Un improvvido e malaugurato smantellamento dei bonus edilizi, potrebbe far ripiombare il settore delle costruzioni negli anni più bui del settore”.
Secondo Confartigianato Sardegna il blocco previsto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di
primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere. Anche il blocco della
possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta un altro incomprensibile ostacolo.
“L’intervento sugli Enti Pubblici – sottolineano i due Presidenti di Confartigianato Sardegna – di fatto fa tramontare la tanto apprezzata iniziativa di far acquistare la Regione Sardegna circa 250milioni di
euro di crediti: questo è un fatto gravissimo”.
Confartigianato Imprese Sardegna ricorda come quello del “sistema casa” dell’Isola sia rappresentato da 23mila imprese e 49mila addetti, il cui il fatturato, trainato dall’effetto bonus casa e superbonus, è
cresciuto del 35,9% rispetto al periodo pre-covid, immettendo sul mercato delle imprese edili oltre 2 miliardi di liquidità. Per l’Associazione Artigiana, i bonus e gli incentivi nel settore delle costruzioni, soprattutto in questi anni di situazione congiunturale proibitiva, hanno dato prova di essere stati apprezzati e praticati su larga scala dando forte impulso al rilancio dell’edilizia e di tutto l’indotto. Soprattutto nel comparto artigiano edile, settore chiave dell’economia nazionale ed isolana, hanno avuto un peso specifico importantissimo sia in termini di fatturato che di occupati. Proprio grazie all’impulso dato dalla combinazione superbonus110% e bonus casa, la Sardegna si è posizionata terza in Italia per il valore aggiunto creato, pari al +19,3%, sopra di 7,2 punti al valore medio nazionale.
Secondo i dati al 31 dicembre scorso, data della effettiva cessazione del superbonus 110%, in Sardegna la norma ha generato 2milioni e 467mila euro al giorno per un equivalente di 74milioni al mese ovvero
un totale di 2miliardi e 99milioni di detrazioni che, sugli oltre 12mila edifici interessati, hanno attivato un giro d’affari di 4 miliardi e 400milioni di euro, di cui 2miliardi e 880milioni come effetto diretto sulle imprese edili e sui tecnici e di 1 miliardo e 500milioni di euro di indotto.
“Purtroppo – rimarcano Lai e Meloni – in Sardegna, nonostante l’enorme mole d’investimenti che sono andati a ricadere positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora oltre 300milioni di euro
che le realtà sarde del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti. Ovvero migliaia di imprese rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità”.
Oltre a questo, c’è anche la situazione delle famiglie che hanno lasciato casa, trasformata nei mesi scorsi in cantiere per i lavori di efficientamento energetico agevolati al 110%, e da mesi sono in affitto senza riuscire a prevedere quando potranno fare ritorno nelle loro abitazioni.
“Tra le imprese e gli addetti del settore, che già si trovano ad affrontare le gravi ripercussioni connesse all’aumento dei prezzi delle materie e al difficile approvvigionamento delle stesse – rimarcano i Presidenti – vi sarà anche questa grandissima preoccupazione e tantissimo disagio a causa di questo ennesimo provvedimento che non potrà che avere un impatto fortemente negativo anche sugli utenti finali. Infatti, ogni giorno, a causa delle passate modifiche ai bonus non passa istante senza che le nostre sedi territoriali ricevano richieste di chiarimento da chi ha cantieri aperti, forniture da consegnare e lavori da chiudere”.
Secondo Confartigianato Sardegna, solo in questi ultimi giorni si è compreso come il possibile sblocco dei crediti fiscali incagliati sarebbe dipeso anche dalla loro classificazione nel bilancio dello Stato. Non tanto dalla necessità di evitare le frodi, dunque. Infatti, in attesa che, ormai a giorni, si pronunci anche l’ISTAT su questa partita, intanto Mef ed Eurostat hanno fatto intendere come una nuova stagione come quella trascorsa, con aliquote altissime di detrazioni e compravendita libera dei crediti fiscali nascenti, sarà impensabile.
Infatti, con ogni probabilità, questa si tradurrebbe in un aumento di debito pubblico.
“Ma è anche vero – concludono Lai e Meloni – che per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica, non si potrà prescindere da percentuali di detrazione “accattivanti” almeno per gli interventi energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi.
Non dimentichiamoci che la vera chiave di volta per la realizzazione di migliaia di interventi tra il 2021 ed il 2022, è stata proprio la possibilità di cessione del credito fiscale”.