“Il dolore, la ferocia, l’esodo, la morte, rivivono in questo giorno e in questa ricorrenza. Tenere scolpiti nella mente l’odio e la pulizia etnica perpetrati dal comunismo titino è un dovere e l’unico modo che abbiamo per rendere giustizia a tutte le vittime della barbara ferocia delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata del secondo dopoguerra. Tra di loro ci furono almeno 140 sardi, militari, minatori del Sulcis giunti da Carbonia per lavorare duramente nelle miniere istriane, dipendenti pubblici. È alle loro famiglie che va il pensiero commosso di tutta la Giunta regionale, unito alla ferma condanna di ogni forma di totalitarismo”. Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas nel “Giorno del ricordo” rivolgendo un pensiero alle migliaia di vittime delle foibe, comprese le famiglie sarde coinvolte in una delle più sanguinarie, violente e disumane stragi che la storia ricordi.
“L’orrore delle Foibe non può essere dimenticato e, anzi, è proprio alimentando il ricordo e la memoria che possiamo evitare il ripetersi di fatti così atroci e sanguinari – prosegue il Presidente – Oggi più che mai abbiamo il dovere di non dimenticare questa drammatica pagina di Storia per troppo tempo nascosta e, addirittura, negata a una narrazione autentica e libera da ideologie”.