L’Azienda speciale Parco di Porto Conte è contraria all’installazione di una stazione per il monitoraggio della radioattività a Capo Caccia. L’Ente con sede a Tramariglio chiede a Invitalia e ad Isin di sospendere immediatamente la procedura di gara. E come motivazione primaria viene subito evidenziato che tale intervento verrebbe realizzato all’interno di un’area protetta che sottostà alle direttive “Habitat” e rientra nella Rete Natura 2000 ovvero il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Tale intervento si è reso necessario a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale da parte di Invitalia il 28 dicembre scorso di un bando per la fornitura, installazione e manutenzione di due stazioni automatiche di monitoraggio della radioattività, questo in una zona dove già insiste la stazione meteorologica dell’Aeronautica militare con anche l’ulteriore problema della dismissione e smaltimento delle vecchie apparecchiature per sostituirle con nuovi impianti, in particolare con una stazione di monitoraggio per allarmi nucleari, a 190 metri di altezza, di fronte all’Isola della Foradada.
I vertici del Parco di Porto Conte e Area marina di Capo Caccia- Isola Piana, non entrano nel merito della scelta, ma pongono problematiche di tipo ambientale “chiedendo conto della Valutazione di Incidenza (VIncA) che ancora non c’è, per le necessarie valutazioni dei possibili effetti negativi determinati dai medesimi interventi, piani e progetti. “La VincA – spiega il direttore del Parco di Porto Conte – è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento o attività che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della Rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso”.
“Dalla lettura del disciplinare di gara emerge in modo evidente la natura e la complessità dell’intervento oggetto del bando di gara che riguarda, non solo la fornitura di nuovi impianti, ma anche la dismissione e lo smaltimento di quelli esistenti. Appare evidente come tali interventi – prosegue Mariani – potrebbero avere effetti significativi su habitat e specie prioritarie di valore unionale. Dalla lettura dei documenti di gara non risulta che tale aspetto delle possibili incidenze sia stato debitamente considerato in tutte le sue conseguenti implicazioni”. Per queste motivazioni dall’Azienda speciale è partita una richiesta di interruzione della procedura di gara indirizzata a Invitalia e all’Isin.