Forse qualcuno si è confuso con gara 7 della finale Scudetto, vedendo in campo Cinciarini, Devecchi e Massimo Chessa. La partita che passava una sola volta, la cosiddetta partita della vita si è giocata il 26 giugno 2015. Ieri la Dinamo ha vinto una partita molto importante, ha lanciato un segnale di compattezza e forza contro un avversario in difficoltà, che veniva però dal + 20 in casa contro Pesaro ed era carica al massimo. Ovviamente quando vinci gli avversari sono pessimi, quando perdi hai commesso dei disastri.
In realtà, la squadra di Bucchi è stata perfetta, determinata e combattiva come sempre, ma a tutto questo ha unito anche il cinismo, la capacità di spezzare la partita nei momenti chiave, di essere continua per 40’ e di non lasciare il minimo appiglio a Reggio di poter rientrare nel match. Ci sono tante indicazioni decisamente positive in una partita che nascondeva molte insidie dopo la beffa all’overtime con Brescia. Avevamo detto che la Dinamo doveva credere nel suo lavoro e lo ha fatto, ha trasformato in partita quello che fa in allenamento. In primis c’è stata la scelta del coach di dare fiducia a Dowe in quintetto, scelto in estate come pedina determinante in coppia con Robinson: l’ex Bamberg e Prometey ha giocato una partita pazzesca, difesa, playmaking, possibilità di dare più spazio a Robinson, post basso per creare gioco, taglia a rimbalzo, Dowe ha giocato nella maniera per cui era stato scoutizzato e dopo un calvario tra infortuni e condizione fisica, ha dimostrato il suo valore. La difesa sugli esterni è stata fondamentale, Kruslin ancora una volta ha firmato una prestazione di assoluto valore, jolly imprescindibile a livello di equilibrio e di resa, quintetto o panchina, 10, 20 o 30 minuti lui dà sempre il massimo e lo fa con grande personalità. La stessa importanza di squadra che ha Stephens che stoppa, schiaccia, pulisce i tabelloni, tremendamente prezioso all’interno del gruppo. Nel giorno in cui Jones e Bendzius segnano 7 punti nel primo tempo, la Dinamo ne fa 52, segno importantissimo, tutti hanno impatto, a cominciare da Diop che sfrutta appieno gli assist di Robinson e mette in grossa difficoltà Reggio sul pick and roll. Finalmente il Banco è al completo, questo significa panchina più lunga, possibilità di far rifiatare Bendzius con Treier, avere più fiche da giocarsi, Chessa è una di queste, sempre pronto, sempre con la testa giusta, sua la bomba che spinge l’inerzia di Sassari.
La Dinamo ha dimostrato quanto possa fare male in campo aperto, Robinson era in crescita nell’ultimo mese, con Reggio è esploso in tutta la sua potenza, lui dipende in maniera evidente dalle condizioni fisiche, che non aveva ad inizio stagione complice l’infortunio, adesso attacca con le ruote motrici, accelera, mette in ritmo tutti i compagni e ha molta più fiducia nel suo tiro, tutte componenti che esaltano la qualità offensiva del Banco, che non a caso tira con 15/28 da 3 punti. Dowe e Robinson smazzano 20 assist in due, tanta roba, Jones ringrazia con il suo talento. La classifica è sempre molto corta, tanti risultati a sorpresa, squadre che vanno sul mercato in maniera pesante, la Dinamo deve continuare a lavorare come ha fatto nelle ultime settimane dopo la sosta, da quando è arrivato Stephens. Poter essere finalmente al completo (con Gentile che sta recuperando la miglior condizione atletica) sembra un lusso ma Bucchi in pratica ha sempre giocato in emergenza. L’atteggiamento e il cuore non sono mai mancati, adesso è arrivata anche la qualità della prestazione, serve uno sforzo ulteriore per finire il girone di andata nel migliore dei modi. Ci vogliono pazienza ed equilibrio nei giudizi, soprattutto in un campionato del genere e con tutte le problematiche che ha passato la Dinamo dalla preseason ad oggi, mancano ancora 16 partite, una vita…
Fonte e credito fotografico: Ufficio Comunicazione Dinamo Banco di Sardegna