Sassari. «Un libro denso in cui l’autore prova a dare una base teoretica al trinomio identità, identificazioni e saperi, nel tentativo riuscito di portare la battaglia per la lingua e la cultura sarda su un livello di riflessione filosofica». Paolo Cuccuru ha introdotto così “Lo scacco alla Ragione moderna”, il libro di Michele Pinna (Franco Angeli Editore) presentato postumo nei giorni scorsi alle Messaggerie Sarde di Sassari assieme a Daniela Masia e Antonello Nasone.Il volume è la summa di un lavoro di ricerca durato una vita, ha spiegato Cuccuru, un’indagine che nasce oltre quarant’anni fa, quando «era avvenuto l’incontro tra giovani studiosi che condividevano un po’ il gusto dell’eresia rispetto alla comune formazione marxista».
Il testo spazia intorno a tematiche apparentemente scollegate tra loro, dalla letteratura della Sardegna alla grande filosofia tedesca, dalla lingua all’identità, attraverso un filo conduttore che permette infine di riconoscere tutti i collegamenti. È una dimensione che porta alla contestazione sul piano filosofico, politico e letterario, del modo in cui è stata costruita l’identità italiana avendo come matrice lo Stato etico di natura hegeliana. Il fine è quello di spingere il lettore a chiedersi: l’unità d’Italia avrebbe potuto realizzarsi senza devastare sostanzialmente la cultura locale?
Daniela Masia, operatrice culturale dell’Istituto Bellieni, ha posto l’accento sull’importanza che i luoghi, i territori e i saperi hanno nella formazione dell’identità, in uno
scenario di conoscenza che, nella visione di Pinna, aveva risvolti quasi socratici nella promozione della conoscenza di se stessi.
«La lingua e la cultura sarda hanno una valenza straordinaria in questo processo di disvelamento della nostra esistenza e della nostra essenza», ha affermato Masia visibilmente commossa, evidenziando come l’autore abbia prodotto un ribaltamento rispetto al “pensiero razionale oggettivante”, non sempre capace di cogliere l’essenza dell’identità e l’esistenza degli esseri umani, così come lo sono invece la natura creativa dell’arte e della poesia: il “pensiero poetante”.
Il percorso di ricerca dell’autore di “Lo scacco alla Ragione moderna” è stato quindi tratteggiato dall’intervento di Antonello Nasone, collaboratore dell’Is.Be, a partire dagli studi adolescenziali al Liceo di Ozieri, dove nacquero forti suggestioni verso una visione di stampo marxista che, nel ’77, Pinna avrebbe sentito tradita dal compromesso storico. Un incontro di fondamentale importanza – ha specificato Nasone – fu quello con Sergio Moravia durante gli studi all’Università di Firenze. Ma sono passati in rassegna gli anni della scoperta del sardismo, gli incarichi politici al Comune di Bono, la fondazione di Sesuja, nata come rivista delle zone interne.
Un altro filone è stata la riapertura del dibattito su Giovanni Maria Angioy, riconosciuto da Nasone come un grande merito di Pinna, che aveva spinto altri pensatori a riscoprirne ed esaltarne la figura. Quindi la fondazione dell’Istituto Camillo Bellieni a Sassari, nel 1989.
«Tutto ciò che Michele ci ha lasciato l’abbiamo interiorizzato nel tempo, i suoi insegnamenti si sono sedimentati anno dopo anno – ha affermato la presidente Is.Be, Maria Doloretta Lai – e siamo qui, pronti più che mai ad andare avanti nel solco da lui tracciato».