Dopo le denunce, gli appelli, le lettere verso le Istituzioni, i Parlamentari e gli Istituti Finanziari, Confartigianato ha chiesto al Governo di liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e di scongiurare il fallimento di migliaia di imprese. L’ultima chiamata per porre i necessari correttivi alle regole del Superbonus che, se dovessero restare invariate, rischiano di mettere in difficoltà migliaia di imprese sarde e del resto d’Italia, riguarda l’iter parlamentare di
conversione del DL 176/2022 (Aiuti Quater) attraverso il quale si dovrebbe intervenire sulla modifica alle procedure di cessione del credito, di stabilità delle regole e di proroga dei termini per i condomini. Per questo, l’Associazione di Categoria considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa con un intervento straordinario da parte dello Stato per una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.
Ed è proprio sulle procedure di cessione dei crediti fiscali che Confartigianato, a livello nazionale, ha proposto 4 punti con l’obiettivo di: stabilire un’uniformità di comportamento da parte degli Istituti bancari, promuovendo di concerto con ABI e Agenzia delle Entrate, la creazione di una sorta di codice univoco di condotta nelle procedure di acquisizione, di definire in maniera inequivocabile e, soprattutto, non suscettibile di cambiamenti a effetto retroattivo; fissare il confine della responsabilità del cessionario che diviene solidalmente responsabile, in caso di acquisto di crediti quando ometta “il ricorso alla specifica diligenza richiesta” (serve un elenco esaustivo di documenti ed azioni da intraprendere in via
preliminare rispetto all’acquisto); consentire all’acquirente del credito, di poter utilizzare anche negli anni successivi, ciò che, per incapienza, non è riuscito a compensare. Inoltre, sui crediti posseduti dalle imprese e definiti “incagliati”, propone di individuare un compratore di ultima istanza per quei crediti che, sottoposti a verifica preventiva, risultino sani ma non ceduti a terzi per mancanza di acquirenti. E quindi di stabilire una sorta di procedura guidata, e garantita, di liquidazione di tali crediti, di fatto, incedibili altrimenti oppure, riconoscere la possibilità di una deducibilità fiscale.
“Abbiamo bisogno di poche regole, certe e stabili nel tempo, perché la transizione energetica degli edifici è un processo lungo da realizzare e che necessita di regole salde per fruire degli incentivi, anche a costo che questi siano meno convenienti del 110% – commentano Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni, Presidente degli edili artigiani – ci auguriamo che mai più si possano vedere, e subire, gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori. I continui cambiamenti delle regole, infatti, in questi
mesi hanno gettato nell’incertezza gli operatori e reso estremamente prudente l’atteggiamento degli intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei crediti”.
“Ora, per le imprese è il momento di recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi per continuare a lavorare con serenità –
sottolinea la Presidente Lai – problemi come quelli legati ai crediti sono da risolvere visto che sono proprio i bonus edilizi ad aver consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e sono questi che dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese”.
Ma la vera domanda che imprese e i cittadini si pongono è quale prospettiva avranno i bonus in edilizia e che impatto avrà il superbonus con i nuovi parametri imposti dal Governo. E soprattutto quanto potrà reggere il comparto alla luce della crisi legata al rincaro dei materiali, all’aumento dei costi energetici e alla diminuzione del potere d’acquisto delle persone.
“Sono queste le domande che ci poniamo ogni giorno e si pongono tutti gli imprenditori artigiani del “sistema casa” isolano – fa eco Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – e per le quali abbiamo già sottolineato la necessità di garantire il rispetto degli impegni già assunti dalle imprese, salvaguardando, almeno, i lavori già avviati nel corso del 2022 con l’attuale intensità di aiuto
pari al 110%”. “I 22 anni di incentivi fiscali hanno impedito all’intera filiera dell’edilizia isolana di andare a fondo – sottolinea il Presidente degli edili sardi – sostenendo, salvando e rilanciando molte imprese che si occupano di costruzioni e ristrutturazioni ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, del risparmio energetico, della difesa dell’ambiente, con una importante emersione delle attività irregolari”. “I dati ci dicono che questi bonus hanno avuto anche un potente effetto-leva per il rilancio di molte altre attività economiche dell’indotto – continua Meloni – ora le misure devono essere sostenute, stabilizzate ed estese, perché c’è ancora molto da fare per riqualificare l’esistente, all’insegna di un’edilizia sicura e più rispettosa del territorio”.
“La preoccupazione è il non sapere il futuro delle detrazioni, potrebbe avere un effetto negativo su chi volesse ammodernare la propria abitazione – rimarca la Presidente Lai – perché, nel bene o nel male, il Superbonus 110% è stata anche una occasione unica per rinnovare gli edifici energivori anche considerato anche il periodo di maxi rincari delle bollette”.
“Per noi questa norma è da modificare profondamente però confermandone la sostanza – prosegue Meloni – perché è necessario responsabilizzare, economicamente, chi vuole fare gli interventi: non può esistere uno Stato che copre totalmente gli interventi perché non è sostenibile”.
“Come Associazione di Categoria e imprenditori edili artigiani – concludono Lai e Meloni – siamo pronti a dare il nostro contributo di proposte per individuare soluzioni equilibrate, che mettano al riparo
dalle truffe dei finti imprenditori, e definire provvedimenti certi, strutturali e sostenibili”.