Sassari. Ieri pomeriggio, un detenuto rinchiuso al carcere di Bancali ha aggredito gli agenti di polizia penitenziaria che lo stavano accompagnando in cella dopo un colloquio presso gli uffici della sorveglianza generale.
A riportare la notizia è il sindacalista Antonio Cannas. Il detenuto si sarebbe scagliato all’improvviso contro gli agenti di polizia che lo stavano riaccompagnando in cella dopo un colloquio, durante il tragitto si è impossessato di un estintore ma è stato prontamente bloccato. Ha minacciato poi di buttare loro addosso dell’olio bollente. Alle minacce verbali è seguito un secondo tentativo di aggressione. Durante la concitazione, uno degli agenti è rimasto ferito a una spalla e condotto in ospedale.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, esprime solidarietà ai poliziotti penitenziari del Reparto di Bancali e contesta la scelta del Governo che, nella legge di Bilancio, ha previsto il taglio di 36 milioni di euro per i prossimi tre anni per l’amministrazione delle carceri italiane: “una scelta senza senso, paradossale se si considera lo stato di emergenza vissuto che vivono le carceri: da inizio anno, 80 detenuti si sono tolti la vita, la cifra più alta nella storia repubblicana. Oltre mille sono stati i tentativi di suicidio sventati grazie all’intervento degli agenti di polizia penitenziaria. E gli eventi critici sono all’ordine del giorno, come dimostra quel che è avvenuto nel carcere di Sassari. Altro che, come il Premier Meloni e tutti gli esponenti del centro-destra hanno sempre detto, “porre l’emergenza carceraria tra le “priorità” dell’azione dell’esecutivo”: la legge di Bilancio sembra cancellare in un colpo solo tutti i buoni propositi e per questi auspichiamo che in sede di Parlamento quei tagli verranno soppressi”.
“A nostro avviso”, conclude Capece, “c’’è grande bisogno di cambiamenti, c’è grande bisogno di aria nuova al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dove negli ultimi anni la classe dirigente ha fallito con scelte gestionali discutibili e pericolose come ad esempio l’introduzione e il mantenimento della vigilanza dinamica dei detenuti, che è alla base dell’altissimo numero di eventi critici che accadono ogni giorno nelle Sezioni detentive, il depotenziamento del Corpo di polizia penitenziaria, sotto organico di 4mila unità, i cui appartenenti sono stati lasciati da soli e senza mezzi a fronteggiare l’inaccettabile violenza di una parte consistente di ristretti, a cui sono state chiuse Centrali Operative, Basi Navali, Provveditorati regionali e altri Uffici operativi sul territorio e ancora senza chiare ‘regole di ingaggio’ e di una efficace organizzazione del lavoro”, conclude Capece. Il SAPPE si rivolge quindi “al Guardasigilli Carlo Nordio di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari di Bancali, di tutta la Sardegna e dell’intero Paese. Servono interventi concreti, non i tagli ipotizzati in Finanziaria per il sistema carcere”.