Con la popolazione mondiale salita a 8 miliardi di persone più di 1 su 10 (828 milioni) soffre la fame aggravata dal mix micidiale dei cambiamenti climatici, della pandemia Covid e della guerra. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento agli ultimi dati Onu che ha evidenziato la crescita record della popolazione mondiale. Circa 2,3 miliardi di persone nel mondo (29,3 per cento) vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave e si stima che – afferma la Coldiretti – circa 45 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni soffrano di deperimento, la forma più mortale di malnutrizione mentre 149 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni abbiano deficit di sviluppo a causa di una mancanza cronica di nutrienti essenziali nella loro dieta.

Le difficoltà alimentari sono amentate sia nei Paesi di sviluppo che in quelli economicamente più avanzati con la pandemia prima e la crisi energetica ora che hanno dimostrato la centralità del cibo e l’importanza – sottolinea Coldiretti – di garantire l’autonomia alimentare in uno scenario globale segnato da distorsioni commerciali, accaparramenti e speculazioni che mettono a rischio gli approvvigionamenti. La guerra in corso in Ucraina, che coinvolge due dei maggiori produttori mondiali di cereali, di olio di semi e di fertilizzanti, sta sconvolgendo le catene di approvvigionamento internazionali e facendo aumentare i prezzi, fertilizzanti, energia, nonché degli alimenti terapeutici pronti all’uso per bambini che soffrono di malnutrizione grave.

Una situazione che colpisce drammaticamente anche l’Italia dove sono salite a 3 milioni le persone costrette a chiedere aiuto per mangiare (+12% in un anno) facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari secondo le analisi di Coldiretti su dati del rapporto 2022 del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead). Un’emergenza sociale senza precedenti dal dopoguerra la cui drammaticità – sottolinea Coldiretti – è evidenziata dal fatto che il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per cibarsi hanno superato quota 600mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 337 mila anziani sopra i 65 anni, e 687mla migranti stranieri.

Per questo – afferma Coldiretti – è necessario investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità. Il settore agroalimentare è un asset strategico del Paese ed è importante ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare la possibilità di produrre e consumare prodotti al giusto prezzo. Per l’effetto congiunto dei cambiamenti climatici e dell’esplosione dei costi di produzione, in misura superiore ai Paesi concorrenti, le importazioni di prodotti agroalimentari in Italia sono cresciute del 29% nel 2022 aumentando la dipendenza dall’estero.

L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni. Per garantire la sovranità alimentare del Paese è strategico lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.

Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che – conclude Coldiretti – mettono a rischio una filiera centrale per le forniture alimentari delle famiglie che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.

 

Credito fotografico: ONU