Martis. Una giornata in memoria di Vincenzo Migaleddu per parlare di energia e tutela ambientale. Ieri al Festival Letterario Ethno’s si è tenuto in importante convegno al quale hanno partecipato Massimo Tanca, funzionario della Regione Lazio ed esperto di biodiversità; Piero Loi, giornalista; Bachisio Bandinu, antropologo. Moderato dal naturalista Mirko Piras, l’incontro ha visto come ospite anche Ferdinando Laghi, già Presidente internazionale di ISDE Associazione Medici per l’Ambiente, amico e collega di Migaleddu, il quale è stato presente tramite collegamento online. Il sociologo Alberto Merler invece non ha potuto partecipare per motivi di salute.
Dopo i saluti del sindaco Tiziano Lasia, il quale ha ricordato l’importanza che Vincenzo Migaleddu ha avuto nella battaglia contro le trivellazioni riguardante il territorio di Martis, si sono affrontate le delicate questioni che legano le tecnologie energetiche alle ripercussioni ambientali.
“Il diritto alla salute è quello di vivere sani e non quello di curarsi – ha detto Mirko Piras ricordando una definizione del noto radiologo. – Mi piace pensare che l’azione di Vincenzo Migaleddu sia servita a insegnarci a non delegare ma ad impegnarci in prima persona”.
Il medico radiologo originario di Martis non si limitava a denunciare il degrado ambientale, ma lo legava fortemente ai meccanismi colonialistici e alla sottomissione della società sarda, in quanto accettati da gruppi dirigenti asserviti che definiva “classe notarile”.
La discussione è stata arricchita da Alessandro Arrabito Campus, il quale ha letto alcuni significativi estratti del libro di Migaleddu dal titolo “Sardegna bella da morire”.
“Il problema della distruzione del nostro pianeta era molto sentito da Vincenzo Migaleddu – ha detto Piero Loi – perciò aveva messo a servizio della salute pubblica le sue competenze scientifiche. La sua caratteristica principale consisteva nel trasformare il pensiero in azione politica”. Ferdinando Laghi ha parlato del rischio legato al cambiamento climatico collegato alle attività antropiche. “Sette milioni di persone all’anno muoiono prematuramente perché respirano aria inquinata – ha precisato il medico ISDE –. Dobbiamo allontanarci dai combustibili fossili”.
Dell’importanza di sviluppare le comunità energetiche ha parlato invece Massimo Tanca. “Produrre, utilizzare e rendere disponibile l’energia prodotta in loco è la cosa più logica – ha dichiarato lo storico – ma, nonostante i finanziamenti previsti per favorire le associazioni tra i produttori, al momento la burocrazia impedisce di portare avanti questi progetti”.
L’ambiente è fortemente legato al concetto di comunità, come ha spiegato Bachisio Bandinu. “Dovremo chiederci se ciò che si va a inserire nella comunità strida con il contesto – ha detto lo studioso – come ad esempio una pala eolica enorme posta a ridosso di Martis”.
A Martis Vincenzo Migaleddu aveva istituito il comitato per la biodiversità dell’Anglona, necessario per favorire lo sviluppo dell’agricoltura e valorizzare la varietà degli organismi presenti nell’ecosistema. È stata l’occasione per spiegare l’importanza del progetto, consultabile sul sito www.biodiversitasardegna.it/.
La questione ambientale è strettamente collegata anche alle scelte politiche che si effettuano, e all’ottica in cui si guarda alla Sardegna. “Se è intesa come luogo Terra nullius – ha puntualizzato Bachisio Bandinu – è normale che venga trattata come area sacrificabile, ideale per ospitare tecnologie fortemente impattanti. È qui che si capisce l’importanza di acquisire un’identità non solo psicologica ma economica”. Il pubblico ha poi dato vita ad un costruttivo confronto sulle scelte migliori da effettuare in tema di energia. Vincenzo Migaleddu era solito dire “A Martis voglio fare…” poiché il pensare, senza fare, per lui non aveva senso. “Dobbiamo essere essere creativi, operatori – ha detto Mirco Piras in chiusura. – E chi è il modello di questa dimensione del fare? Proprio Vincenzo Migaleddu”.
Il festival continua in forma itinerante: nelle prossime settimane gli appuntamenti si svolgeranno all’interno delle biblioteche dell’Anglona. Verranno presentati libri pubblicati da due case editrici locali: Catartica Edizioni e Maxottantotto Edizioni. Questa settimana Luca Dore, mercoledì 9 novembre, presenterà il suo “Bravo Charlie” (Maxottantotto) a Tergu. Insieme a lui la giornalista Francesca Arca e Laura Fadda. Venerdì 11 novembre il festival si sposterà invece a Sedini, dove Marco Lepori presenterà “Blue Sunday” (Catartica). A dialogare con lui saranno Giovanni Fara e Domenico Sanna. Gli incontri sono entrambi fissati per le ore 18.00.
Tutti gli appuntamenti in programma sono sempre consultabili sul sito sulla pagina Facebook del Festival www.facebook.com/ethnosletterario e su Instagram https://www.instagram.com/ethnosfestival_letterario/