Sassari. Coinvolgere le istituzioni, le scuole, gli enti, le forze dell’ordine e altri ambiti della società per far conoscere un problema come quello della carenza cronica di sangue e dell’importanza di donarlo.
L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha deciso di organizzare una serie di incontri per informare e formare su questa emergenza che, purtroppo, anche in questo periodo sta occupando quotidianamente le cronache dei giornali.
I vigili del fuoco hanno accolto la proposta del centro trasfusionale dell’Aou di Sassari e hanno partecipato con grande interesse alle quattro giornate di sensibilizzazione alla donazione del sangue che si sono tenute dal 24 al 27 ottobre presso il Comando di Piazza Conte di Moriana a Sassari.
Gli incontri sono stati curati dalla dottoressa Viviana Cotza, dirigente medico del servizio trasfusionale e presidente dell’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) e dal dottor Pietro Manca, direttore del Servizio di immunoematologia e Medicina trasfusionale del Presidio ospedaliero di Sassari.
«In Sardegna abbiamo una cronica carenza di sangue, una situazione molto difficile», ha esordito il dottor Manca che ha tenuto l’ultimo incontro formativo il 27 ottobre.
«Il 48 % del sangue donato nella nostra isola è destinato ai talassemici che, per poter vivere, devono sottoporsi periodicamente alle trasfusioni. – ha proseguito il dottor Manca – Oggi i talassemici hanno un’aspettativa di vita alta e vivono una vita serena, lavorano normalmente ma ogni due settimane devono sottoporsi a una trasfusione. Aiutare queste persone significa non solo aiutarli a vivere più a lungo ma anche migliorare la loro qualità di vita».
Il sangue può essere necessario a persone con patologie oncologiche o ematologiche, pazienti che devono subire interventi chirurgici o che hanno emorragie digestive, politraumi, o ancora casi acuti di anemia che richiedono un intervento tempestivo.
In Sardegna abbiamo un fabbisogno di 110 mila unità di sangue ma si riesce a raccogliere solamente 80 mila sacche all’anno. Si ha quindi un deficit di 30 mila unità e occorre richiederle ad altre regioni che hanno delle eccedenze. Una situazione che si riesce ad affrontare ma spesso in questi ultimi anni la compensazione dalle altre regioni, anche a causa della pandemia, è venuta meno.
«Io sono qui per spiegarvi che fare una donazione aiuta chi sta male, ma serve anche per tenere sotto controllo la vostra salute, perché facciamo diversi esami – ha affermato il dottor Manca -. Se ad esempio riscontriamo in un donatore la pressione alta o il colesterolo alto, diamo dei suggerimenti su come affrontare questi problemi».
La donazione è volontaria e non è remunerata. È anonima e nessuno saprà che quel sangue è destinato a una persona specifica. La donazione non crea nessun problema e non fa male ma, al contrario, fa bene a sé stessi e agli altri. È un gesto di solidarietà e di altruismo.
Gli incontri sono stati molto partecipati e i vigili del fuoco hanno mostrato particolare interesse attraverso le diverse domande che hanno rivolto al direttore del centro trasfusionale. Sono emersi diversi aspetti interessanti come ad esempio che possono donare anche i fabici. Anche chi ha un tatuaggio può donare sangue, ma solo se sono trascorsi quattro mesi dal giorno in cui è stato eseguito.
«Mi rivolgo a voi che da sempre siete vicini alla popolazione e conoscete bene il problema di cui vi sto parlando perché spesso siete voi che portate i pazienti politraumatizzati in Pronto soccorso. So che diversi di voi sono già dei donatori, vi aspetto allora numerosi per la raccolta», ha concluso il dottor Manca.
Possono donare il sangue i soggetti di età compresa tra i 18 e i 65 anni e in buone condizioni di salute. Se i donatori hanno donato fino ai 65 anni e godono di buona salute, possono continuare a donare fino a 70 anni. Le donne possono donare due volte l’anno in età fertile mentre dopo la menopausa possono farlo due volte l’anno, gli uomini quattro volte l’anno a prescindere dall’età.
Il successo di queste giornate di sensibilizzazione incoraggiano a proseguire in questa direzione e a cogliere l’invito a donare periodicamente.
Il prossimo appuntamento quindi con i vigili del fuoco sarà fissato a breve per la raccolta sangue e sarà organizzato dal centro trasfusionale in collaborazione con l’Avis comunale e provinciale.