“Cambieremo le regole dei i concorsi per l’assunzione del personale sanitario a tempo indeterminato introducendo nuovi meccanismi che consentano di rispondere in maniera più incisiva ai bisogni delle sedi con le carenze d’organico più forti”, lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che ieri, in Consiglio regionale, nel corso dell’audizione in sesta Commissione, ha anticipato i contenuti del provvedimento che sarà presto portato all’attenzione della Giunta. “Stiamo ancora facendo alcune valutazioni tecniche – precisa l’assessore – ma l’idea di fondo è quella di introdurre un ‘indice di sofferenza’ da cui dipenda l’autorizzazione o meno delle sedi che possono concorrere al reclutamento di nuovo personale”.
Per fare un esempio concreto: “Qualora si bandisca il concorso per l’assunzione di anestesisti – spiega l’assessore – si calcolerà l’indice di sofferenza dei reparti di rianimazione di tutti gli ospedali e si potrà quindi decidere di mettere a bando solo i posti nelle sedi che presentano un valore sopra una certa soglia, escludendo gli altri”.
“L’obiettivo – sottolinea l’assessore Nieddu – è quello di riequilibrare lo svantaggio che oggi sussiste tra le sedi dei centri come Cagliari e Sassari, considerate più appetibili dalle nuove leve, e gli altri ospedali dell’Isola. Oggi la carenza di personale sanitario, in particolare di medici, non risparmia nessun territorio, ma è altrettanto vero che in alcune aree queste carenze sono più forti ed è lì che dobbiamo intervenire. Ricordo che a sostegno degli ospedali che più faticano a trovare personale disposto a ricoprire incarichi abbiamo introdotto, già un anno fa, un sistema di incentivi economici attraverso le Rar, risorse aggiuntive regionali, e apportato modifiche ai concorsi prevedendo l’esclusione dalle graduatorie per chi rifiuta l’assegnazione delle sedi. Purtroppo le regole introdotte sui bandi non hanno portato gli effetti che speravamo e inoltre, sempre più di frequente, osserviamo che ai concorsi partecipano medici già strutturati che utilizzano i bandi come surrogato della mobilità per spostarsi da un’azienda all’altra e questo a fronte invece dei pochi specialisti in cerca di impiego. Servono dei correttivi per riequilibrare le forze in campo ed è a questo che stiamo lavorando”.
Nel corso dell’audizione in Commissione l’assessore ha inoltre fatto alcune precisazioni in merito alla carenza dei medici. “Siamo impegnati con ogni mezzo – precisa l’esponente della Giunta – nel reclutamento del personale. Negli ultimi tre anni abbiamo bandito centoquaranta concorsi. Oggi la carenza di alcune figure professionali e in particolare di specialisti è il primo problema del nostro sistema sanitario ed è da irresponsabili negarlo. La dialettica politica non può diventare ribaltamento della realtà, c’è chi è arrivato a sostenere che in Sardegna manchino appena ottanta medici, quando le stime parlano di oltre 500 medici in meno solo nell’ospedaliero. Inoltre gli strumenti di cui dispongono le Regioni consentono pochi spazi di manovra per coprire le emergenze legate al personale. Nel caso di reparti in sofferenza a causa dell’assenza di più medici per malattia, ad esempio, non abbiamo la possibilità di spostare il personale dove serve, questo per i limiti delle regole imposte a livello nazionale. Limiti che oggi stanno mettendo in difficoltà tutte le Regioni, trovo quindi assurdo che si cerchi di strumentalizzare quella che invece dovrebbe essere una battaglia che riguarda tutti: la richiesta fatta al Governo affinché venga riconosciuta una maggiore capacità di intervento alla nostra Isola”, conclude l’assessore.